Avere senso dell'orientamento non serve a nulla se tanto non sai dove andare. Meglio essere disorientati ma avere un punto da raggiungere. Quanto ci metti non è importante.

mercoledì, gennaio 31, 2007

I'M SO TIRED

I'm so tired, I haven't slept a wink
I'm so tired, my mind is on the blink
I wonder should I get up and fix myself a drink
No, no, no
I'm so tired, I don't know what to do
I'm so tired, my mind is set on you
I wonder should I call you but I know what you'd do
You'd say I'm putting you on
But it's no joke It's doing me harm,
you know I can't sleep I can't stop my brain,
you know it's three weeks I'm going insane
You know I'd give you everything I've got
for a little peace of mind
I'm so tired, I'm feeling so upset
Although I'm so tired, I'll have another cigarette
And curse Sir Walter Raleigh
He was such a stupid get
You'd say I'm putting you on
But it's no joke It's doing me harm,
you know I can't sleep I can't stop my brain,
you know it's three weeks I'm going insane
You know I'd give you everything I've
got for a little peace of mind
give you everything I've got for a little peace of mind
give you everything I've got for a little peace of mind
La canzone mi descrive perfettamente.
Le uniche gioie della giornata saranno guardare i Chips e ascoltare una quantità interminabile di volte tutto il White Album.

domenica, gennaio 28, 2007

MOON SAFARI (MAGARI)

Sono malata.
Ancora?
Mi hanno risposto più voci. Il problema è che se sei ipocondriaca come me sei sempre malata e la gente smette di dirti le cose che tutti si vogliono sentir dire quando si è malati. Però questa volta veramente. E non perchè era sabato e al venerdì guardo sempre la puntata di Dottor House prima di uscire e mi avvio alla vita sociale del venerdì sera con una bella sindrome addosso.
Tiè a tutti quelli che non ci hanno creduto. Mia madre in prima posizione, che visto che è in montagna alla notizia mi ha risposto: "ahahahaah, passami tuo fratello".
Mr Spagna intanto mi fa l'improvvisata notturna alle 3, citofona e pretende che sia miss cordialità. Quando non respiro, ho la febbre e comunque tu che cazzo ci fai qui di notte?
Così ieri mattina mi son dovuta pure sorbire lui che mi vuole portare dal dottore. Ma che scherziamo? Lo sanno tutti che nella sala d'aspetto guadagno almeno altre 3/4 malattie.
Per il resto, tento di finire il libro che sto leggendo ma con la febbre alta non è semplice.
Ascolto un pò di musica mentre cerco di convincere mr Spagna ad organizzarsi per la serata che almeno esce e si diverte che io son proprio da buttare.
E infatti esce.
Già dormo poco normalmente, se ho la febbre ancora meno.
Così in serata passo alla visione dei seguenti film, perchè oggi è l'ultimo sabato di gennaio e come tradizione è la serata David Cronenberg:
-La zona Morta
-La mosca
Non ho retto a Videodrome. Però poi ho guardato Tutto in una notte di Landis, non è Cronenberg però c'è un suo cameo.
E mentre guardavo questi film mi veniva in mente solo una cosa. Una voglia smisurata di ascoltare il disco di Mauro Repetto che sarebbe una gran colonna sonora per un film horror, forse di Carpenter.
Poi però, per esser sincera, ho ringraziato che Mr Spagna sia tornato da me per la notte, perchè mi ero messa pure un pò paura.
Stamattina mi ha fatto il tè, ci ha messo il miele dentro. E' stato così gentile che non me la sono sentita di dirgli che il miele mi fa schifo e l'ho bevuto tutto. Gli ho detto di scegliere un cd e lui ha messo Ben Harper e anche lì non me la sono sentita di dirgli che sì Ben Harper mi piace, ma non possiamo mettere gli Air e perderci nelle poche parole per il resto della giornata?


Il Vanza intanto è disperso, dice: "sono in Trentino".

giovedì, gennaio 25, 2007

DOVREI STUDIARE MA MI DILETTO CON QUESTI SCEMI

Un mio compagno di università, non dico chi, mi ha regalato un libro.
"Visto che leggi solo roba contemporanea, ti fa bene scoprire la letteratura classica"
Vedo il mattone consistente che tira fuori dalla borsa e già intravedo la sua fine. Dell'amico chiaro, i libri van sempre trattati bene.
Quando ha detto quella frase, con quel tono così poco convincente e approssimativo da finto alternativo del cazzo che sa distinguere Tolstoj da Dostoevskij e forse anche da Turgenev, sempre posto il fatto che sappia chi sia, già mi ha indisposto.
Lui, il grande conoscitore della letterattura ottocentesca che erudisce l'allieva stupida che può al massimo permettersi di leggere il minimal americano.
Ma non ho risposto, non lo sapete? E' il mese del buon comportamento. Poi mi dicono sempre che sono troppo sarcastica con la gente, troppo ironica, a tratti cinica e non tutti apprezzano.
Così faccio la brava bambina stupida e porgo le manime per prendere il libro.
Lo scarto e, guarda un pò, è proprio quello che mi aspettavo.
Eccolo lì. "I fratelli Karamazov". Con Fedor non si sbaglia mai, se vuoi fare la figura del grande lettore e poi non sai nemmeno chi cazzo è McInerney, per dirne uno a caso.
E comunque non ti scasso le palle perchè non sai chi è.
Guardo l'immenso oggetto, nella stessa edizione di quello che ho a casa e mi stanno per uscire delle parole dalla bocca. Poi penso: "e no dai, non dirglielo che lo hai già letto, non dirglielo, ci resta male".
Dico: "ma grazie"
"Sai, è uno dei miei libri preferiti, dopo quelli di Vassalli" E sono morta. Sono sicura di aver sentito crack e di essere morta. Però non me lo ricordo, come nel libro di Carrol. Sono Vincent Ettrich in questo momento, inconsapevole della sua morte e che la scopre piano piano. Vorrei dirlo ma poi mi direbbe che guarda caso è un'altro scrittore americano e contemporaneo.
Poi dico: "allora è un bel libro, cosa ne dici tu?"
E lui parte con la spiegazione pari pari che fece Sigmund Freud dei fratelli Karamazov. Ma non lo dice che le parole e l'analisi che usa è quella del caro vecchio Sigmund, vende tutto come se fosse la sua analisi. Io penso che, secondo me, sono sicuro che.
Bene mio caro amico dagli occhi blu, sempre più blu, adesso basta però.
Cerco di cambiare discorso perchè non vorrei sinceramente reagire a questa cosa, niente battutine delle mie, niente stronzate, niente di niente. Vorrei solo ringraziarti perchè mi hai regalato un libro, chi se ne frega se l'ho già letto, grazie lo stesso. Però adesso basta.
E invece lui non si ferma. Ma hai mai letto qualcosa di Vassalli?
Oddio sì, ma chi se ne frega. Vorrei rispondere e invece dico: "no, io di italiani leggo solo De Carlo".
E chissà perchè l'ho detto. Nonostante abbia sul serio letto i libri di De Carlo.
"In effetti un pò lo sospettavo"
Ora immaginate la mia faccia, se mai l'avete vista, in una delle sue migliori espressioni preparatorie. Preparatorie alla tua morte caro amico che non sa chi è Lansdale. Chiedo, gentilmente, perchè voglio ancora dargli qualche minuto di speranza: "perchè lo sospettavi?"
"Beh, (e giuro che ha detto beh) perchè una come te che legge libri stranieri dalla prosa semplice è abituata ad un certo tipo di costruzione del testo"
"E quindi Bret=Andrea?"
Faccio notare con disappunto. "Ah, non lo so, non ho mai letto nè un libro dell'uno nè dell'altro."
"Allora sarà meglio che ci parliamo quando saprai di cosa stai parlando"
E lo saluto, gentilmente. E' il mio fioretto dell'anno, non mandarti a cagare in uno nanosecondo perchè alla fine mi stai pure simpatico e mi hai pure dato gli appunti di economia.
E invece mi giro e dico:" però magari la prossima volta usa le tue parole non quelle di Freud quando parli di un libro"Ora è morto lui, lo so perchè ho sentito crack. Lo so perchè probabilmente sulle sue spalle ci sono coriandoli e forse, ha anche un braccio addormentato.
Oltre al cervello, ma questo mi sembrava chiaro dall'inzio.

mercoledì, gennaio 24, 2007

FORTUNA CHE ABBIAMO SOLO DIECI DITA NELLE MANI

Carissimi,
diceva sempre un mio zio che abitava a Milano.
Mi sono svegliato tentando di fare la persona seria anche oggi, come ieri del resto e l'idea di autoconvincimento è svanita dopo pochi miseri minuti.
Ieri sera ho vissuto una di quelle cose che, porcaputtana, ti cambiano la vita.
Quei giorni che li conti sulle mani, come dovresti fare coi veri amici e che ti ricordi tutti perfettamente dicendo: "ecco sì quella serata mi ha cambiato la vita e anche quella mattina e anche quel pomeriggio..."
Allora io ieri sera ho aggiunto un dito.
L'ultimo mi ricordo di averlo contato quando è partito Carlo. Perchè cazzo, fratello non di sangue, te lo dico io perchè non te lo dice nessuno però ci hai proprio sconvolto la vita dell'ultimo anno.
E speravo di non aggiungerne molti altri di giorni che ti cambiano la vita. Perchè vorrei tendere ad una vita serena e stabile. Finisce che ieri sera, non volendolo assolutamente fare, ho tirato su sto dito per contare la serata e non era il dito medio, quello lo riservo per migliori occasioni.
Ieri sera ho cenato con mio padre, con la sua nuova compagna e con la Giulia.
Alla fine lo so di esser stato stronzo, primo perchè ho chiesto a Giulia di venire con me e per averla messa in una situazione in cui mai mi ci sarei voluto trovare e per secondo perchè mi riesce un sacco bene fare la parte del ragazzino che la fa pagare al papà.
Ed ero partito con le peggiori intenzioni. Poi sarà stata la mega bottiglia di amaro montenegro che mi son bevuto prima, tutto il vino che ho bevuto a cena, la canna che mi sono fumato da solo prima di uscire, il piede di Giulia che continua a darmi calci, la sua mano che continua a toccarmi e alla fine mi son tranquillizzato che sembravo il bravo chierichetto delle medie che serve messa.
Perchè vaffanculo la parte dello stronzo non mi sta neanche tanto bene addosso.
Le questioni familiari son complicate, le mie poi non ne parliamo. E quando il mio babbo in tutta la sua ritrovata voglia di vivere mi dice che si sposerà con questa tizia trentacinquenne io tiro fuori uno dei miei migliori olè e batto le mani sul tavolo.
Ed era pure sincero.
Uno, chiaro, si può sempre comportare meglio di come si comporta ma come ho già detto di fare lo stronzetto che rovina le feste agli altri non ne avevo proprio voglia. Ci saranno sicuramente giorni migliori per questo.
Perchè il manuale per come comportarsi in certe situazioni non lo avevo. Ora, forse se fossi credente, lo avrei avuto in dotazione insieme alla fede alla mia nascita e invece ho avuto un calcio nel culo che mi ha spinto nel mondo. Poi non so, forse si può comprare da qualche parte il manuale che ti dice come comportarti in certe situazioni ma io questo negozio ancora non l'ho trovato.
Allora, ciao, beccatevi il mio olè e il sorriso che riservo alla vostra felicità.
Quando sono tornato a casa, dopo mille altri discorsi e cose dette, ho detto alla mia amica che mi ha accompagnato: "perchè sei venuta?"
E lei ha detto: "perchè me lo hai chiesto"
Basta così poco?
Poi alla fine siamo andati al solito parchetto e alla solita panchina che ora non c'è nemmeno più. E io ci avevo lasciato sopra anni e anni di gioventù su quei pezzi di legno ora sostituiti da ferro verde. Ma non voglio parlare dell'urbanistica spietata e senza memoria. Siamo andati al parchetto.
Pioveva e non pioveva, faceva freddo. Mi son detto, qual è l'ultima volta che son venuto qui e che non ero preso male?
Lei ha detto: "stamattina?"
Eh sì, porcocazzo, stamattina, quando son venuto a comprare le sigarette al bar ed ero moderatamente sereno.
Lei dice che per le cose belle ho la memoria corta.
Poi siam seduti su questa panchina che piove e non piove e fa un freddo tremendo ma io ho una quantità di alcool in corpo che non sento nulla.
Giulia fa qualche osservazione sull'inutilità dello stare così. Alle 2 di notte su una cazzo di panchina fredda e verde nel mezzo di un parchetto mentre piove.
Son tornato a casa e non avevo nemmeno la forza di togliermi i vestiti bagnati e di farmi una doccia.
Stamattina mi son svegliato probabilmente molto più vecchio di come mi sveglio tutte le altre mattine, perchè il tempo è una costruzione sociale, lo dice la mia amica sociologa.
Mi sono fatto la mia moka da quattro e ho preso un libro, apro e leggo: "il mondo aveva smesso di ruotare. Era solo assai limpido e luminoso, con una certa tendenza ad appannarsi sui margini".
Grazie Ernest, chissà quante dita hai alzato tu nella tua vita.

martedì, gennaio 23, 2007

A TORINO

Sono un pò confusa.
Non so se arrabbiarmi o meno con Luca che sperpera in giro i fatti miei. Ieri ho fatto presente questa cosa, in maniera educata e rilassata e lui mi ha risposto: "eh no, guarda che la devi prendere bene, perchè vuol dire che se io parlo spesso di te è perchè ti penso spesso".
Non so se essere tanto contenta di stare tanto tempo nei pensieri del Vanza.
Comunque ecco la gita a Torino, non saprei scrivere altro. Più che altro credo di non saperlo dire con le parole.

- il passaggio in macchina alle 7 di mattina
- l'amico di mio padre che non si ricorda dove abitiamo
- le sue domande insistenti
- il treno che dovevo prendere e invece sono su questa macchina a cercare di non rispondere e dormire il più possibile
- la stazione
- la sciarpa che gli ho fatto (sì sì ok, ho fatto una sciarpa)
- il suo coraggio di mettersela, nonostante sia storta e brutta
- il museo egizio
- le mummie (che ho sognato di notte)
- tutte le piazze di Torino
- tutta la gente che ti chiede se hai bisogno di qualcosa
- la chiesa dei cappuccini alle 8 di sera
- il concerto che non abbiamo visto
- la lampada che ho rotto
- i coinquilini scomparsi
- andare in giro con la vespa alle 3 di notte
- svegliarsi alle 6 per tornare a casa
- il viaggio in macchina
- e tutti quei baci che mi sono presa e che erano così buoni.


Fatello bastare Vanzetti, perchè non avrai altro.

domenica, gennaio 21, 2007

CHEESE, SORRIDETE STRONZI!

Ieri sera vado a bere con un mio amico. Un ex di Giulia per la precisione. Tale Mirko. Il tale che veniva a scuola con noi alle superiori che sgamai a baciare nei cessi un'altra e al quale in un impeto da film di terza categoria diedi un gran pugno, soffrendo dolori allucinanti alla mano. Il ragazzo pare aver dimenticato da tempo questo piccolo incidente. Ovvio fossimo stati in un film, durante la serata, si doveva presentare o Giulia o l'altra tizia della quale non ricordo neanche il nome. Nessuna delle due si è fatta viva. Mirko racconta la sua vita.
Ora lavoro al Carrefour, forse il mese prossimo divento capo reparto.
Vanza non ha assolutamente voglia di raccontare la sua vita.
"Eh ma scusa ma non studiavi filosofia?"
"Sì ma poi ho trovato lavoro, voglio andare fuori di casa e quella laurea non serve a un cazzo."
"Ma dai, con tutte le finte alternative che girano in Statale, chissà quante te ne potevi fare. Ora al Carrefour chi incontri, la tipa che taglia i formaggi?"
"Ma chi se ne frega, ora ho prospettive di carriera."
"Ma capo reparto di che?"
"Formaggi e salumi."
Vanza entra in modalità pensiero silenzioso attivo. Minchia, penso, guarda questo, alle superiore era uno strafattone che se ne fregava di tutto e adesso mi parla di passare la vita a puzzare di formaggio e di salame. A questo punto penso di essere sbagliato io. Comincio a pensare di dover trovare un lavoro serio anche io, tipo prospettiva di carriera, di smetterla di andare in giro a fare il cazzone, di avere lo sguardo serio di Mirko e la compostezza di fermarmi alla seconda birra dell'uscita serale perchè domani lavoro.
A mezzanotte mi dice: "Ti spiace se andiamo che domani lavoro?"
Vuoi uccidermi allora, brutto impiegato del cazzo.
E vabbè andiamo. Non ho neanche broccolato con nessuno, incontrato nessuno, non sono minimamente ubriaco e sono preso male in modo allucinante. Cazzo faccio adesso?
Prendo la macchina, accompagno Mirko che prima di scendere mi dice:" E Giulia, come sta?"
Vorrei dirgli che lo ringrazio da parte sua per aver messo la lingua in bocca a questa tizia (ma come cazzo si chiamava?), così almeno adesso non si ritrova a dover uscire con uno così vecchio dentro.
Gli dico:" eh bene."
Poi mentre sta per uscire gli faccio:"Oh Mirko, guarda che tu non sei il tuo lavoro."
E la tentazione di fargli lo sproloquio di Chuck è fortissima, ma lui mi guarda come per dire: cazzo dici coglione?
E lascio perdere.
Mi rendo conto che se Giulia non vivesse a 200 m da casa mia ora andrei a casa sua. Cioè se vivesse ancora a Milano a quest'ora starei sul divano dell'architetto a bermi la bottiglia di liquore al caffè che Giulia comprava solo per me. Ma la casa è vuota e per tre minuti è anche un mio problema.
Giro con la macchina a vuoto fino a quando non ho finito la benzina.
Alle 2 faccio ritorno a casa, non dormo niente tutta la notte, giusto il tempo di immaginarmi incravattato in completo nero che sfilo al funerale di me stesso, con il tesserino per entrare e i buoni mensa per mangiare e un grosso formaggio che mi minaccia.
Magari due figli che piangono, un cane che mi mangia i pantaloni e l'ennesimo "no scusa ho mal di testa" della mia futura moglie.
Ho spento il cervello.
Nota a margine: non ho scritto niente della Giulia altrimenti mi sgrida e mi dice che scrivo sempre i cazzi suoi, però posso quasi dire con certezza di aver vinto la scommessa.

venerdì, gennaio 19, 2007

LA VACUA RELIGIONE DEL 2000

L'architetto mi ha regalato la magic ball.
Quella roba qui accanto con manu per interderci.
Praticamente funziona così:
fai una domanda, agiti e lei ti regala la risposta.
L'archi ha detto.
Praticamente è come andare in chiesa, metti la monetina, accendi un cero, fai una preghiera e aspetti una risposta. La differenza è che la risposta ti arriva subito.
Non so, dico io.
Lui dice: E' perchè tu sei atea, devi avere qualcosa che ti dia ogni tanto una risposta. Una cosa informe, inanimata, sopra le parti...
Mah, penso io.
Proviamo?
Proviamo.
Hai mille domande da rivolgere e mille domande che non hanno una risposta ma in quel preciso momento: il vuoto.
Niente. Il nulla più totale.
L'architetto chiede: mi aumenteranno lo stipendio a fine mese?
Agita (con gli occhi chiusi) e il responso è:
BUONE PROSPETTIVE
E' festante, dice: evvai!
Dai prova tu.
Chiedo: avrò un lavoro più decente di questo?
Agito, con meno vigore di Paolo e con meno aspettative di grande verità e la palla dice:
CI PUOI CONTARE
Seh come no, dico io.
L'archi chiede: sarò felice con la mia ragazza quest'anno?
Agita (con gli occhi più chiusi di prima) e la palla dice:
RIPROVA, NON MI E' CHIARO.
Panico. No ma come non mi è chiaro? Devi darmi una risposta!
Calmati, dico io.
Riprova scusa se ha detto che non le è chiaro e che devi riprovare, riprova.
Agita di nuovo sempre più forte e:
SICURAMENTE Sì.
Evvai, dice lui.
Poi chiede: la Giulia si rimette con Mr Spagna?
Io non è che sono tanto d'accordo su questa domanda, ma vabbeh aspetto paziente. Agita e:
CONCENTRATI E RIPROVA
Allora l'archi dice: dai è perchè devi agitare tu, perchè la domanda riguarda te.
Io non voglio agitare di nuovo quella cosa.
Ma Paolo insiste e me la mette in mano: dai fagli la domanda e agitala.
No, dico io.
Dai muoviti, dice lui.
Faccio la domanda: mi rimetterò insieme, di nuovo, a Mr Spagna?
Agito, in fretta e con poca forza e la palla dice:
NON POSSO PREDIRLO ORA
Ma cazzo, urla Paolo.
Devi riprovare più tardi. Io dico: sì, sì poi riprovo.
Tutto questa scenetta avviene in un bar di Milano, durante la pausa pranzo con metà dei presenti che sono concentrati a capire se io mi rimetterò con il mio ex ragazzo.
La ragazza, in pausa pranzo da ufficio, accanto a me, mi guarda e sorride.
Provo dopo, dico io.
Eh dai speriamo bene, dice lei.
Eh sì speriamo di sì dai, dice la sua collega.
Tutta queste gente inneggiante all'amore tutta ora deve saltare fuori?
Mangiamo con calma e durante il pranzo mi scordo completamente della palla che ho messo nella borsa. Chiedo due caffè e mentre lo bevo di fretta Paolo dice: dai, dai prova adesso.
Poi si gira dalle due ragazze e dice: eh no bisogna riprovare perchè non è che si possono lasciare le domande così a metà e senza risposta.
Loro: dai dai prova.
Dio mio quanta pressione.
Allora agito ma Paolo subito: eh no, devi fare la domanda altrimenti non sa a cosa deve rispondere.
Vorrei gridare: ma la smetti??E' solo una cazzo di palla nera con del liquido dentro e delle frasi scritte!!!
Ma le due mi guardano dicendo: eh sì è vero. E ridacchiano, le segretarie.
Allora faccio sta benedetta domanda, agito e guardo (a questo punto con timore visto tutti gli occhi che mi guardano e mi mettono ansia).
La risposta è:
HO I MIEI DUBBI.
Noooooo, dice sconsolata una delle due.
Meno male, dice Paolo.
Andiamo a pagare che sono in ritardo, dico io.
E mentre siamo in fila alla cassa, le due confabulano con Paolo e usano la palla per rispondere alle loro domande. E poi se ne vanno divertite dicendomi: eh vabbeh sai quanti ce ne sono?
Di gente che si affida ad una palla di plastica per avere risposte?
Volevo rispondere. Invece ho lanciato un laconico: eh.

mercoledì, gennaio 17, 2007

LUCA, NE VUOI ANCORA?

Ieri sera vado a cena a casa di Giulia.
E ci porto pure la mia attuale.
Allora sia subito chiaro che questa è una cosa non pesante, ma pesantissima. Portare la mia ragazza a cena a casa dei genitori di Giulia è quasi quanto portarla da mia madre.
Appena entro mi accorgo che la madre di Giulia è festante. Sospetto.
Sarà felice perchè finalmente l'ipotesi, largamente enfatizzata da mia madre, che io e la mia cara amica ci mettessimo insieme pare sempre più lontana.
Perchè diciamocelo chiaramente, tra noi maschi e affini del blog, quale delle nostre madri non ci vorrebbe vedere con Giulia?
(quanti insulti e vendette subirò per aver detto questa verità?)
Non so le vostre madri ma la mia sicuramente sì.
Ma non è questo che volevo dire.
Faccio un pò di presentazioni, faccio un pò il padrone della situazione, senza esserlo veramente e lo so che Giulia si sta divertendo da morire a vedermi lì a sudare e cercare di far andare avanti la serata.
Fortuna che il padre di Giulia è dotato di talento oratore e la serata la regge lui.
La mia attuale piace a tutti. E' chiaro, non potrei vedere le cose in modo diverso.
Mangio come un dannato che ho una fame allucinante e poi sono giorni che non faccio un pasto decente.
E a dirla tutta sono contento e mi sento un sacco leggero.
Perchè mi ero messo un casino di ansia addosso per questa serata. Ingiustificatamente.
Alla fine della serata, in un tranquillo discorso fra tutti, lei, la mia meravigliosa ragazza dice a Giulia: domenica sera A. fa una festa, vieni anche te?
Lei dice: no, mi sa che non posso.
Io dico: eh perchè cosa devi fare?
Lei: no, non posso
Io, insisto: dai ma perchè? cos'hai da fare?
Lei: mi sa che vado a Torino.
Silenzio tra i presenti.
Un silenzio che giuro sarà durato 3 minuti.
Il padre di Giulia dice: eh sì perchè Torino resta sempre una gran cazzo di città e uno non è che si può stancare di vederla.
Giulia è praticamente rossa su tutto il viso e io rido.
Ma tanto.
E sono felice. Mi sa che la mia amica un pò meno.

domenica, gennaio 14, 2007

OGGI E' ANCORA SETTEMBRE

La ragazza dell'architetto parte per pochi giorni.
Poche ore di libertà.
Il programma è che io e il Vanzetti andiamo a casa sua sabato pomeriggio e ci sistemiamo lì fino al giorno dopo.
Ma alle 5 il Vanza ancora non si vede e mentre attendo a casa che arrivi lo chiamo.
"Sto guardando Sheena regina della giungla, non posso uscire finchè non è finito il film".
Intanto convinco mia madre a farmi una torta al cioccolato, così la porto a Paolo che non vede dei dolci da mesi.
Mio padre, prima di uscire, mi rifila un sacchetto con le solite bottiglie di vino e un salame. "Così si riprende", dice.
Il Vanza intanto non arriva.
Aspetto paziente mentre scelgo una cravatta per Manu che stasera vuole essere elegante.
Alle 8 arriva Luca, con scuse inutili al seguito. Film, doccia, aperitivo non previsto, parole senza senso.
Arriviamo dall'archi e già lo troviamo ringiovanito. Tanto che non ha nemmeno la camicia ma solo una maglietta, ha i pantaloni della tuta e gira solo con i calzini.
Anarchia, grida il Vanza.
Mi fate un pò paura, penso io.
Ho anche un pò paura perchè Luca si è portato la chitarra.
Mangiamo, rigorosamente niente verdure, beviamo, ma niente acqua, e Paolo continua a fare la stessa domanda: "Luca, ti sei messo le mutande fucsia?"
La risposta, purtroppo, è una visione delle meravigliose mutande fucsia del Vanza. Che ancora nessuno ha capito perchè se le mette.
Siamo sempre più ubriachi e sorvolo sui vari dialoghi senza senso e sinceramente nemmeno me li ricordo bene.
Il momento clou della serata però va ricordato.
Il Vanza ha portato la chitarra perchè ha scritto una nuova canzone.
Dice: "Era da tanto che non scrivevo nulla ma l'occasione della tua libertà vigilata vale".
Ora non so bene come farvi capire quale meraviglioso componimento sia stato proposto alle nostre orecchie ma vi dico solo il titolo.
"macroantibiotica".
Esorcizzare per guarire, ridere per non morire
sorridi anche tu macroantibiotica con le calze blu.
E altro che non scrivo perchè poi l'archi ci resta male.
Ma ha riso pure lui e anche tanto.
Io ho cantanto una canzone degli Oasis e Sitting on the dock of the bay con Manu in braccio lasciando ai presenti un'interpretazione fantastica. I will survive e Last Christmas non me le hanno fatte cantare e sospetto che fosse perchè Luca non le sapeva suonare.
L'archi chiaramente, come da tradizione, ha cantato qualcosa degli 883. Un medley ha detto lui.
Se la parola del mese del Vanza è "intimo" (contatto intimo, sguardo intimo, pranzo intimo, troppo intimo, non abbastanza intimo...), quella dell'archi è "gentilmente" (gentilmente mi passi quello, gentilmente apri la porta, gentilmente ti sposti...). La mia è "basta".
Chiamiamo Carlo a Londra che non capisce bene cosa gli vogliamo dire perchè Paolo non fa altro che gridare: "oh dai basta, che costa tanto! Ma questo stronzo proprio in Inghilterra doveva andare a vivere?"
Stremati dall'alcool e da altro ci dirigiamo a dormire. Visto che mi è stato detto e più di una volta e da persone diverse che non dovrei dormire con i miei amici dico: "io prendo il divano". Terrore sulla faccia dell'architetto. "Io con questo non ci dormo, ve lo scordate, è ubriaco e si è pure messo le mutande fucsia, scordatevelo"
Va bene, va bene. Io ci ho provato ma se ho amici omofobici non è colpa mia. Ma l'archi si fa prendere da strane paranoie, dice: perchè hai detto questa cosa che non vuoi dormire con noi?
Perchè c'è qualcosa che non va? Perchè fai queste osservazioni?
E già nella sua testa si intravedono strane visioni della vegetariana che torna improvvisamente a casa e lo trova in tuta mentre dorme nello stesso letto con me.
Così l'archi dice: "mi sa che è meglio che il divano me lo prendo io".
In realtà mi spiace fare questo tipo di discorso. Come se avessimo perso la libertà che avevamo prima, vivendo insieme e non facendoci nemmeno certe domande.
Quando vado in stanza, e già mi fa un pò impressione dormire nel letto della vegetariana, il Vanza è già svenuto con la chitarra accanto.
E poi me l'ha data pure in testa. Lo stupido. Per dire quanto ci amiamo.
Al mattino quando suona il telefono mi sveglio e mi giro. Il Vanza dorme disteso a pancia in su con gli occhiali da sole, la chitarra per terra. Devo andare a casa farfuglia. In soggiorno Paolo parla con la sua ragazza, sdraiato sul divano con Manu in braccio.
Quando riattacca dice: " te lo ricordi come prendo il caffè?"
Gli occhi si allargano [cit.]

venerdì, gennaio 12, 2007

ANIMA MULTIPLA

Pomeriggio vado alla mostra di Basquiat.
Cadorna ore 15.30, recita un messaggio di una mia amica.
15.55 recita il mega orologio di fronte alla stazione.
Ho perso tempo e anche tanto, mi sono scordata di fare benzina e ho dovuto fare un'altra strada per arrivare al benzinaio.
La mia amica, che mi ha tirato una serie impressionante di pacchi, non è arrabbiata. Crede che io le stia facendo pagare piano piano tutte le volte che mi ha fatto aspettare a vuoto.
La mostra è bella, non si discute. Lui un genio e anche su questo non si discute.
Quando usciamo è già buio però non fa freddo. Così dico: quest'anno non vedo l'ora che arrivi l'estate.
La mia amica quasi sconvolta dice: ma che ti succede?
Perchè a me non piace l'estate o a questo punto non mi piaceva. Sarà che quest'anno l'inverno non si è visto e questo tempo di mezzo non mi piace.
Poi le dico che magari per l'estate si può andare un pò al mare. Altro shock.
Così mentre camminiamo verso il bar più vicino, lei inizia ad espormi una teoria letta in un libro.
Praticamente.
Una persona, secondo questa meravigliosa teoria, ha tipo 10 o 8 anime (non se la ricordava bene) e una diventa più forte delle altre.
Un Io egemonico scava la terra sotto i piedi dell'altro e fa cadere quello che si reggeva sopra tutti gli altri.
E' chiaro che a queste cose non ci credo. Già mi sembra assurdo averne una di anima, figurarsi 10 o 8.
Mentre prendiamo l'aperitivo più veloce del mondo lei continua a illustrarmi la teoria, con esempi pratici di alcuni suoi amici.
Ma basta.
Ho bevuto un negroni in 3 minuti e mezzo (ho guardato l'orologio appeso la muro), a stomaco vuoto e con le orecchie piene di storie su anime, terre scavate sotto i piedi e cambiamenti di personalità, negli occhi sempre i quadri di Jean Michel.
E' tempo di andare in bagno.
Resto in fissa per un pò sulle mie pupille che si dilatano. Sembro una pazza, quando una ragazza entra nel bagno e mi trova quasi attaccata allo specchio.
Quando esco dal bagno la mia amica dice, in fretta: devo andare, devo andare.
Ma cosa devi fare?
No nulla, devo cenare con i miei e poi devo uscire con G. (il suo ragazzo)
La accompagno alla metropolitana e vado a piedi in San Babila, che tanto non fa freddo.
Ripenso continuamente a questa storia dell'Io che scava e mi immagino 10 o 8 me che si fanno la guerra a vicenda. Una sola vincerà.
Speriamo sia la migliore.

giovedì, gennaio 11, 2007

FORSE STA PER PIOVERE

Esattamente ieri sera mi rompevo i coglioni a casa.
Visto che odio usare il telefono, decido di andare a trovare Giulia.
Le gioie di vivere a pochi metri e non con una città di merda come Milano in mezzo, come prima.
La trovo mentre guarda Notting Hill.
E no dai.
Non è possibile. Come si fa?
Opto subito per la mia strategia da amicone dispensa consigli a random.
Sbronziamoci.
Ma lei non vuole. Così ci guardiamo quell'orrendo filmetto, che non piace nemmeno a lei. In silenzio. E ogni santa volta in cui veniva inquadrata mezza via di quella cazzo di città scattava un sospiro e Giulia diceva: hai visto?
Ma sì ho visto, a Londra ci vivono milioni di persone però.
Che cazzo, non se ne esce stasera.
Alla fine intavolo un discorso poco interessante e Giulia, scazzata e sempre più presa male mi dice che ormai sono lucentrico.
Spiego.
Che parlo sempre della mia ragazza che si chiama Luisa, come mia nonna poi (gesù che orrendo pensiero).
Ma non è vero dico io.
Silenzio, dice lei.
Io ho una varietà di argomenti, non parlo sempre di lei.
Silenzio, dice lei.
Poi lei dice: ma guarda che è bello, solo che non ti si regge tanto.
Non mi si regge tanto?
Dai, non scherziamo.
Ora, mentre Giulia mi dice questa cosa, mentre ha la copertina rosa sulle gambe, mentre mangio l'ennesima fetta di pandoro e mi bevo il quinto caffè della serata, mi immagino tra cinque anni uguale all'architetto. E non è un buon pensiero.
Giulia capisce e mi dice: se diventa vegetariana, scappa.
Io dico: scappo a Londra.
E lei piange e tanto bene non ho nemmeno capito perchè.
Ma io resto sempre il solito insensibile che non sa capire certe cose.
Poi ho preso la giacca e sono uscito.
Giulia è venuta con me e con due birre siamo andati ad un parchetto dietro casa.
Faceva un sacco freddo ed avevo le guance rosse, il naso gelido e le mani fredde e lei mi ha chiesto: un anno fa ci immaginavi così?
Non ho risposte e le porgo la mia birra che ora è fredda come le mie mani.

martedì, gennaio 09, 2007

NON SO

Cercavo un titolo per questa vacanza, una frase riassuntiva per questi quattro giorni.
E il titolo non mi esce fuori, perchè sarebbe riduttivo come le parole che userò per descrivere questi giorni.
Che non saranno molte, perchè ad arrivare in fondo perdono di significato e si confondono con quelle che hai scritto sopra.
Allora inizia con il solito viaggio in treno e il solito arrivo alla stazione. E finisce sempre da dove sei partita.
Il mare non lo conosco bene, mi inquieta anche vederlo. Lo spazio che offre agli occhi che lo guardano è veramente tanto. A volte troppo. In alcuni momenti insostenibile.
Ti schiaccia se sei abituata ad una vista che non supera un orizzonte di 10 metri. Ma ha un odore così forte e una presenza così grande che diventa impossibile ignorarlo.
E' chiaro che non ho cucinato, perchè non lo so fare ma la mia amica sì. E sa cucinare anche il pesce. Pesce al forno, al sale, che io distruggo in tre secondi non riuscendo a togliere la crosta di sale e decapitando il povero pesce che poi risulterà essere buonissimo.
La sera ci vede protagoniste di una trama appositamente scritta per gente giovane come noi.
Discoteca dall'emblematico nome. Glamour.
Così per farmi sentire a casa, ci dirigiamo insieme alla meravigliosa compagnia in un paese pieno di nebbia e di gente che non aspetta altro che entare in questo posto. Non ci voglio entrare però voglio assolutamente scoprire che cosa nasconde dentro. Perchè tutta questa gente che attende in maniera diligente sta ore e ore ad aspettare al freddo per entrare in questo posto? Non lo saprò mai perchè poco dopo il sedile della macchina tocca di nuovo, per fortuna, il mio sedere.
Nuovo locale. Gente. Tremende bevande. Gesù che divide gente in lotta o che, non curante della situazione, decide di farsi gli affari suoi e camminare con gesto giovane come se nulla fosse.
Se vado a dormire tardi, mi sveglio presto. Se vado a dormire presto, mi sveglio tardi. E' così da sempre. Un'abitudine che ho da quando ho memoria. E non lo so spiegare perchè. E' perchè forse si fa fatica a dormire quando il corpo è dovuto stare sveglio per molto, perchè non vuole cedere al sonno. E invece se si addormenta subito ha tempo per riposarsi perchè in realtà non si è mai veramente stancato.
E così è stato pure questa volta. Due ore per notte. Perchè poi la notte dopo, si va a dormire ancora tardi. Dopo aver visto il filmino al cinema che tanto si sperava fosse divertente, dopo aver bevuto poco perchè già lo stomaco faceva male e dopo aver giocato a carte come non lo si faceva da tempo. Sentendosi anche vagamente a casa.
E non è proprio una cosa da poco.
Il giorno dopo penso di partire, faccio la valigia e mi preparo a prendere il treno. Ma basta un blando invito a farmi decidere di restare. Perchè se stai bene nei tuoi pensieri del mattino non c'è mai la partenza. E quella mattina non c'era e allora come si faceva a partire in quel modo?
Ma il giorno dopo, come è giusto che sia, perchè se la vacanza è troppo lunga poi diventa anche noiosa, devo partire.
Mi sembra che sia stata in quel posto, in quella casa una quantità infinita di tempo, che certe cose siano successe mesi fa e invece sono solo poche ore.
E mi sembra pure che mi manchino certe persone.
E anche questo mi sembra un buon pensiero, perchè vuol dire che ci sei, perchè se la domanda è: Che cosa ti manca?
E la risposta è:
E' che non ho niente da perdere
Allora fa schifo se non hai più nulla da perdere, se ti manca una cosa da perdere. Se puoi sparire senza saperlo.

lunedì, gennaio 08, 2007

OLE'

Sono tornato a casa, mi sono guardato allo specchio e quasi non mi riconoscevo.
Cazzo Luca hai fatto proprio la merda in questa vacanza. E ti ci voleva proprio.

La Spagna e tutto il resto mi hanno distrutto. Le premesse c'erano tutte, però non pensavo così tanto. Ora non sto qui a dirvi ho visto questo, ho fatto quello, sono andato qui o lì, che mi annoio io a scriverlo figuriamoci voi.
Facciamo una specie di riassunto degli eventi più importanti di questa meravigliosa settimana.
Numero 1.
Il pulmino noleggiato (che poi è risultato essere il pulmino più sfigato del mondo) buca poco dopo Torino. Cioè porcamiseria siam partiti da meno di tre ore e già abbiam bucato una ruota. Ditemi se non è sfiga.
Io vorrei dimostrarmi agile e scattante, soprattutto agli occhi della mia attuale, per ispirarle quel senso di protezione e fiducia che tanto le piace e vorrei precipitarmi fuori dal pulmino per dire: fermi tutti! cambio la ruota in tre secondi!
Invece, esco e me ne sto con le braccia conserte tutto il tempo.
Fortuna che mr Spagna è quanto ti puoi augurare di avere con te in momenti come questi.
Numero 2
Poco dopo, non siamo nemmeno in Francia, Mattia, torinese disadattato, sbocca fuori dal finestrino sporcando tutto il furgoncino e il finestrino. Cazzo che palle, non siamo nemmeno a metà strada. Hai fatto l'ubriaco molesto per due ore e adesso ci dobbiamo anche fermare perchè stai male.
Prendo in mano la situazione e grido: vai avanti! Non ti fermare!Non mi ascoltano. Autogrill, sosta di almeno 40 minuti e fortuna che si riparte. Fortuna che il torinese dorme, svenuto per il restante viaggio. E si è pure mangiato il panino che la mia meravigliosa ragazza mi aveva fatto.
Numero 3
A capodanno, non ricordo molto di quello che è successo, soltanto che mi sono svegliato bagnato fradicio su una panchina in mezzo alla Rambla di Barcellona. Disorientato e sperduto inizio a cercare i miei compagni di viaggio. Non trovo nessuno. Non ho la giacca, non ho il cellulare, non ho il portafogli. I 20 minuti peggiori della mia vita. Fortuna che ritrovo tre stronzi che passeggiano. Mi dirigo con loro alla pensione e la mia ragazza mi accoglie con la mia giacca in mano, il cellulare, il portafogli e tutto il resto. Altrimenti li perdevi, mi dice lei. Questa donna è meravigliosa e non è neppure incazzata.
Numero 4
L'argomento di discussione della cena del primo gennaio, tra tutti e otto i partecipanti al viaggio, è: che cazzo hai detto alla Giulia mr Spagna?
Non confesserà mai, nemmeno sotto tortura e dopo una quantità esagerata di sangria. Alla mia ennesima insistente domanda, che son peggio dell'inviato speciale di Novella 2000 in queste situazioni, si gira e mi risponde: tanto te lo dice lei!
E non sai quanto ti sbagli mr uomo prendo la palla al balzo. Lascio perdere. Che altrimenti miss fatti i cazzi tuoi Luca si incazza come una iena.
Mr Spagna per i restanti giorni ha continuato a dire: le scrivo una mail, le scrivo una mail. E' entrato in in un numero variabile di internet point che va da 5 a infiniti e recitava sempre lo stesso rito. Si metteva davanti allo schermo e dopo 20 minuti di silenzio usciva dicendo: domani dai, le scrivo domani.
Da prenderlo a calci nel culo. E credo che qualcuno da Mattia il disadattato mai stato innamorato se lo sia anche preso.
Numero 5
Dicevamo del pulmino sfigato. Un altro torinese del cazzo, una sera, non mi ricordo di preciso nemmeno quale, dopo aver bevuto in una non precisata discoteca vede la sua ragazza troieggiare con un brianzolo in viaggio con noi. La strattona fuori gridando parolacce e cose varie. Dopo un tempo variabile tra un'ora e un'ora e mezza torna con la mano insanguinata e la faccia bianca. Mr Spagna è già in allarme. Siamo tutti in allarme. Io dico, cazzo l'ha uccisa e l'ha buttata in mare. E invece la ragazza è seduta sul marciapiedi accanto al furgoncino, unica vera vittima della situazione. Il tipo, incazzato, ha tirato un pugno enorme al furgoncino, spaccando il vetro di un finestrino. Ma si può essere più idioti? Io una volta qui dentro avevo scritto che avevo tirato l'autoradio della mia attuale in mezzo alle sterpaglie e mi avete ucciso di insulti ma a questo coglione cosa dobbiamo fare allora?
Mattia, in uno dei suoi rari momenti di lucidità, inizia a gridare, mr Spagna è in preda allo sconforto e il resto della felice comitiva è in silenzio.
Così torniamo a piedi alla pensione e il giorno dopo cerchiamo un meccanico per far cambiare il finestrino. Soldi che partono e malumori che crescono.
Numero 6
E' una bomba inesplosa quella della storia tra lui, lei e l'altro. Lui è incazzato con lei. Lei continua a dire "sei un coglione" con tono dispregiativo a lui perchè ha rotto un vetro. L'altro gode della situazione e vorrebbe solo farsi lei.
Qua, sei maschi e due femmine bisogna stare attenti. Andate a cercare delle spagnole, avvoltoi.
Io mi tengo stretta la mia attuale e sgancio i soldi per riparare il furgoncino e poi mi faccio i cazzi miei.
Numero 7
Si torna a casa, dopo un'altra serie di stronzate classiche da gita di fine giovinezza.Sosta a casa di alcuni zii di Mr Spagna in cui un cagnolino nero ha un rapporto sessuale con la mia gamba e in cui Mattia dopo aver chiesto se poteva andare in bagno è stato trovato a dormire nel talamo nuziale degli zii. Recuperato l'ormai cadavere torinese ce ne torniamo sul furgoncino, ormai ridotto uno schifo ma con un finestrino scintillante.
Numero 8
Sosta in Francia di una notte in cui decido di abbandonare la comitiva e dirigermi ad una meravigliosa cena con gli ultimi euro che mi sono rimasti.
Intanto l'altra coppia si è sciolta ma l'altro pare non ci abbia guadagnato molto.
Numero 9
Sostiamo a Torino e facciamo scendere il disadattato, la ex coppia e Mr Spagna che decide che gli ultimi 30 minuti in cui stiamo insieme sono dedicati alla pezza su chi sapete voi. Alla fine mentre da bravo amichetto ho ascoltato tutto in silenzio senza rivelare particolari che sapevo, lo ringrazio per non avermi chiesto niente in questi giorni.
Ora in meno quattro ce ne torniamo a casa.
Devo dormire quei 15 giorni che non ho.
E sono sempre più innamorato, porcamiseria.
Poi la giulietta non scassa li coglioni come fa sempre e ci racconta la sua vacanzina.



giovedì, gennaio 04, 2007

CIAO

Fatico ancora a riprendermi dallo stato dei giorni scorsi ma poco importa.
Qui c'è stata la solita diaspora vacanziera.
In ordine.
Carlo è tornato in quella che è ormai casa sua. Un'umida e muffosa casetta a due piani a Londra.
L'architetto giovane dentro sta facendo la settimana bianca con la vegetariana e altre due coppie di amici di lei. Tornerà dimagrito, sempre più stanco e chiaramente sempre più simile al padre/prete.
Il Vanza è ancora in Spagna. Ho pochissime notizie. Due messaggi in 4 giorni, da un telefono che non è il suo, perchè, come sapete, il nostro è allergico al cellulare.
In uno indicazioni per passare una notte serena.
Nell'altro indicazioni sulla sua presenza nel mondo dei vivi.
Io e Manuelito domani ce ne andiamo anche noi.
Credo di poter dire che torneremo tutti domenica. Tranne Carlo chiaro.
Tutti ci auguriamo che il Vanza torni sano e salvo perchè le premesse non sono delle migliori. Speriamo.
Ciao, buona befana.

lunedì, gennaio 01, 2007

BUON ANNO

Detesto il capodanno.
E sai che novità.
Ieri sera giravo in mezzo a tre alternative:
1. festa in una discoteca oh yeah alla cifra di 40 euro
2. festa in casa
3. dormire
Scartata la prima opzione perchè mi fa un sacco triste e poi dovevo andare in macchina con altre persone e sicuro che, come l'anno scorso, tornavo a casa alle 6 di mattina.
Dormire no, che mi sa tanto di single sfigata e depressa.
Festa in casa mi piace, perchè è da una mia amica dietro casa mia. Se mi scazzo prendo e me ne torno a casa.
Intanto mi chiama il mio amico Ale che fa tutto il depresso, non ho voglia di far niente, non voglio stare a casa da solo, con la stessa gente però mi annoio. Allora io giovane e scattante gli dico: vieni a casa mia, ci ubriachiamo, guardiamo film a ripetizione.
Che lui alle maratone regge sempre bene.
Lui dice: sì sì va bene.
Olè, son pure contenta di questa opzione. Devo ripulire un pò casa. Invece un'ora dopo circa mi arriva un messaggio
Scusa, ho cambiato idea, sto a casa.
Ma che palle. Tutti io me li becco sti scemi.
Stai a casa tua allora.
Avviso chi di dovere che parteciperò anche io alla festa in casa.
Arriva una mia amica. Vorrei presentarmi in pigiama o in tuta, una cosa del genere. La mia amica non capisce l'ironia e mi apre l'armadio.
Arrivate alla festa, mentre sto per prendere posto al tavolo, noto da subito che sono seduta vicino ad un trentenne giovane dentro che non mi molla tutta la sera.
Che palle.
E' colpa della mia amica che mi ha fatto vestire in questo modo, se mi mettevo il pigiama stavo meglio.
A parte le battute assurde che fa, le cose stupidissime che dice, gli occhi che non mi guardano mai negli occhi, è anche un pò simpatico. Però io penso solo ad andare a casa il prima possibile.
E ho freddo, freddissimo e se mi mettevo il pigiama non mi avrebbe nemmeno guardata.
E non sono ubriaca, e non ho nemmeno fame e devo reggere in maniera gradevole il nano da giardino (guarda che questa definizione Fra da Fi è meravigliosa).
Un due tre, buon anno a tutti quanti.
Dammi il tuo numero, mi dice.
Ti scrivo la mia mail, dico io.
Ti mando le foto che ti ho fatto, dice lui.
Cazzo quali foto? penso io.
Mi ha fatto delle foto e nemmeno me ne sono accorta, magari allora sono ubriaca ma non me ne sono accorta.
Alla 1.30 sono a casa.
Ripenso ad Ale. Ma sì gli mando un messaggio. Un pò cattivo. Però mi hai rimbalzato così stasera e non va mica bene.
Alle 3 mi suona il telefono.
Non leggo il numero e rispondo automaticamente.
Pronto?
Giulia, amore mio. (già iniziamo male)
Sì, chi è?
Sono io, Pao. (no ti prego, non ti reggo ubriaco dalla Spagna che mi fai la sparata per telefono)
Eh, dico io
Ti è piaciuto il mio regalo di natale?
mnh
ti è piaciuto?
Quale? Lo scialle marrone orrendo? (ma giuro che non volevo dire orrendo, che mi rendo conto è pesante come parola, però è veramente orrendo. Cioè neanche mia madre una cosa così)
E lui fomentato dalla parola orrendo, inizia il suo bel sproloquio sulla nostra storia passata e presente. Perchè tu di qui, io pensavo di là...
Il concetto resta sempre lo stesso. La stronza sono io.
E va bene.
Allora ti saluto, divertiti, buon anno.
Poi sento il Vanza in lontananza che grida parole inconsulte, tra cui il mio nome e vorrei essere lì, perchè porca miseria mi sono annoiata da matti e su quel pulmino direzione Spagna ci dovevo stare pure io.
Vorrei piangere, fortissimo. Ma mi trattengo, sarebbe il colpo di grazia per tutti e due. Saluto velocemente e cerco di tornare a dormire. Ma è difficile.
Mi ha detto un sacco di cose cattive e magari pure vere. E magari non sono neppure una bella persona.
Mando un messaggio a Carlo, gli scrivo: quest'anno mi sveglio come te l'anno scorso.
Lui capisce subito e se fosse l'anno scorso gli basterebbe aprire una porta, ora invece deve attraversare un paio di nazioni.
Festeggiamo.

Io andrò avanti tutta la settimana con il pensiero che venerdì sarò al mare con voi, perchè altrimenti non reggo.