Avere senso dell'orientamento non serve a nulla se tanto non sai dove andare. Meglio essere disorientati ma avere un punto da raggiungere. Quanto ci metti non è importante.

mercoledì, gennaio 24, 2007

FORTUNA CHE ABBIAMO SOLO DIECI DITA NELLE MANI

Carissimi,
diceva sempre un mio zio che abitava a Milano.
Mi sono svegliato tentando di fare la persona seria anche oggi, come ieri del resto e l'idea di autoconvincimento è svanita dopo pochi miseri minuti.
Ieri sera ho vissuto una di quelle cose che, porcaputtana, ti cambiano la vita.
Quei giorni che li conti sulle mani, come dovresti fare coi veri amici e che ti ricordi tutti perfettamente dicendo: "ecco sì quella serata mi ha cambiato la vita e anche quella mattina e anche quel pomeriggio..."
Allora io ieri sera ho aggiunto un dito.
L'ultimo mi ricordo di averlo contato quando è partito Carlo. Perchè cazzo, fratello non di sangue, te lo dico io perchè non te lo dice nessuno però ci hai proprio sconvolto la vita dell'ultimo anno.
E speravo di non aggiungerne molti altri di giorni che ti cambiano la vita. Perchè vorrei tendere ad una vita serena e stabile. Finisce che ieri sera, non volendolo assolutamente fare, ho tirato su sto dito per contare la serata e non era il dito medio, quello lo riservo per migliori occasioni.
Ieri sera ho cenato con mio padre, con la sua nuova compagna e con la Giulia.
Alla fine lo so di esser stato stronzo, primo perchè ho chiesto a Giulia di venire con me e per averla messa in una situazione in cui mai mi ci sarei voluto trovare e per secondo perchè mi riesce un sacco bene fare la parte del ragazzino che la fa pagare al papà.
Ed ero partito con le peggiori intenzioni. Poi sarà stata la mega bottiglia di amaro montenegro che mi son bevuto prima, tutto il vino che ho bevuto a cena, la canna che mi sono fumato da solo prima di uscire, il piede di Giulia che continua a darmi calci, la sua mano che continua a toccarmi e alla fine mi son tranquillizzato che sembravo il bravo chierichetto delle medie che serve messa.
Perchè vaffanculo la parte dello stronzo non mi sta neanche tanto bene addosso.
Le questioni familiari son complicate, le mie poi non ne parliamo. E quando il mio babbo in tutta la sua ritrovata voglia di vivere mi dice che si sposerà con questa tizia trentacinquenne io tiro fuori uno dei miei migliori olè e batto le mani sul tavolo.
Ed era pure sincero.
Uno, chiaro, si può sempre comportare meglio di come si comporta ma come ho già detto di fare lo stronzetto che rovina le feste agli altri non ne avevo proprio voglia. Ci saranno sicuramente giorni migliori per questo.
Perchè il manuale per come comportarsi in certe situazioni non lo avevo. Ora, forse se fossi credente, lo avrei avuto in dotazione insieme alla fede alla mia nascita e invece ho avuto un calcio nel culo che mi ha spinto nel mondo. Poi non so, forse si può comprare da qualche parte il manuale che ti dice come comportarti in certe situazioni ma io questo negozio ancora non l'ho trovato.
Allora, ciao, beccatevi il mio olè e il sorriso che riservo alla vostra felicità.
Quando sono tornato a casa, dopo mille altri discorsi e cose dette, ho detto alla mia amica che mi ha accompagnato: "perchè sei venuta?"
E lei ha detto: "perchè me lo hai chiesto"
Basta così poco?
Poi alla fine siamo andati al solito parchetto e alla solita panchina che ora non c'è nemmeno più. E io ci avevo lasciato sopra anni e anni di gioventù su quei pezzi di legno ora sostituiti da ferro verde. Ma non voglio parlare dell'urbanistica spietata e senza memoria. Siamo andati al parchetto.
Pioveva e non pioveva, faceva freddo. Mi son detto, qual è l'ultima volta che son venuto qui e che non ero preso male?
Lei ha detto: "stamattina?"
Eh sì, porcocazzo, stamattina, quando son venuto a comprare le sigarette al bar ed ero moderatamente sereno.
Lei dice che per le cose belle ho la memoria corta.
Poi siam seduti su questa panchina che piove e non piove e fa un freddo tremendo ma io ho una quantità di alcool in corpo che non sento nulla.
Giulia fa qualche osservazione sull'inutilità dello stare così. Alle 2 di notte su una cazzo di panchina fredda e verde nel mezzo di un parchetto mentre piove.
Son tornato a casa e non avevo nemmeno la forza di togliermi i vestiti bagnati e di farmi una doccia.
Stamattina mi son svegliato probabilmente molto più vecchio di come mi sveglio tutte le altre mattine, perchè il tempo è una costruzione sociale, lo dice la mia amica sociologa.
Mi sono fatto la mia moka da quattro e ho preso un libro, apro e leggo: "il mondo aveva smesso di ruotare. Era solo assai limpido e luminoso, con una certa tendenza ad appannarsi sui margini".
Grazie Ernest, chissà quante dita hai alzato tu nella tua vita.

6 Comments:

Blogger giulia said...

Ernest ne avrà alzate un sacco di dita.
Comunque ho una tosse che nemmeno ti immagini, la prossima volta facciamo come fanno tutti e andiamo nel primo bar che troviamo che il mio sedere è ancora a strisce.

Pioveranno mail vanzetti e tu sai da chi.

mer gen 24, 11:57:00 AM

 
Anonymous Anonimo said...

ho fatto uno spettacolo, su Hemingway, e ricordo , nella fase di brainstorming, di aver pensato di lui esattamente lo stesso.

sia lode a chi ti accompagna solo perchè lo chiedi
la semplicità è la bellezza del mondo

abbracci

f.

mer gen 24, 03:34:00 PM

 
Blogger vanza said...

piovono mail, a raffica.
E telefonate.

Meria, vedi che vi amate tanto tu e la Giulia. Per la mia immensa gioia.

mer gen 24, 06:40:00 PM

 
Blogger giulia said...

A me solo 4. E due messaggi.
Mi sento trascurata.

mer gen 24, 07:56:00 PM

 
Blogger vanza said...

amore no, non ti sentire trascurata. Adesso ti mando io una bella raffica di mail. Solo per te.
Vuoi anche i fiori?

gio gen 25, 10:59:00 AM

 
Blogger giulia said...

ciccino i fiori no, non ti preoccupare.
Ho ricevuto tutte le tue mail e anche quelle delle tue colleghe. Grazie.

gio gen 25, 01:46:00 PM

 

Posta un commento

<< Home