Avere senso dell'orientamento non serve a nulla se tanto non sai dove andare. Meglio essere disorientati ma avere un punto da raggiungere. Quanto ci metti non è importante.

sabato, dicembre 30, 2006

MARCO, IL PADRONE DELLA SITUAZIONE

Dopo natale torniamo a farci un pò di sani cazzi miei che così siam tutti più felici.
Soprattutto perchè c'è uno che sta sempre a parlare di me a chi non dovrebbe.
Così ieri pomeriggio mi telefona un certo Marco.
Non ho il suo numero, non so chi è e rispondo con incertezza al telefono.
-pronto?-
-pronto Giulia?-
-sì-
-ciao, sono Marco un amico di Luca, ti ricordi?-
-sì ciao come stai?- (sto mentendo, non ho la minima idea di chi sia sto Marco amico di Luca ma già prevedo di incazzarmi)
-bene grazie, ecco senti Luca mi ha detto che ti sei lasciata con il tuo ragazzo, così visto che ora sei da sola se ti va usciamo un pò insieme, così senza impegno eh, visto che poi i tuoi sono in vacanza-
Ma grazie Marco amico di Luca, giusto te mi mancavi oggi, cos'è la carità alla ragazzina al semaforo?
Non è che io non posso vivere senza un maschio vicino altrimenti muoio, non è che non so stare per più di due giorni senza pensare a loro.
Va bene, comunque Marco amico di Luca mi stai simpatico, sei un gran paraculo e pure senza tante remore se mi fai una telefonata del genere, così visto che stasera verrranno a cena due mie amiche l'ho invitato.
Chiaro che non gli dico che ci saranno anche loro. Devi morire e lo devi fare lentamente.
Tu e quell'altro che non si tiene mai niente e va in giro a descrivermi come la madonna addolorata ai suoi amici della palestra.
Ore 20.45 arrivano le mie amiche, gli spiego la situazione.
Ore 21 arriva Marco amico di Luca.
Attrezzato per la serata sicuramente. Lo scemo.
Ci resta male quando vede le mie amiche, ma è uno shock che supera subito. Chissà che film si sta facendo poverino, dice sottovoce una delle due.
Eh sì vabbè siamo stronze e chi se ne frega. Basta i buoni sentimenti.
Torturato tutta la sera con discorsi inutili e banalmente pieni di doppi sensi.
Sta morendo piano piano.
Struscia di qui, tocca di là alludi da un'altra parte.
Il colpo di grazia arriva a fine serata, alla torta. Sì perchè ho pure cucinato, che non accadeva dal 2002 anno in cui organizzai una cena per il compleanno dell'architetto. Si siede sul divano convinto che lo aspetti chissà cosa e invece in tre secondi i suoi sogni si frantumano. Le mie amiche dicono:- è stata una bella cena, ci vediamo al più presto -
Lui è un pò perplesso, non capisce che la serata finisce così. Eh sì Marco amico di Luca devi sloggiare e il più in fretta possibile.
Gli porgo la giacca e lo accompagno alla porta, lui un pò intontito dalla velocità con cui si è svolta l'azione che lo ha visto solo e desolato sul pianerottolo, non si rende conto subito.
Lo so è da cattivi. Ma i ragazzi con cui uscire me li scelgo io non Luca. E non perchè una magari è un attimo vulnerabile (ok ho usato questa parola perchè non me ne vengono in mente altre) uno deve subito approfittarne. Chissà che cazzo gli aveva promesso quel pirla del Vanza.
Non dare il mio numero in giro che tanto i tuoi amici non ci guadagnano nulla. Capito????

E visto che adesso vai pure in vacanza con il mio ex vedi di evitare di parlare con lui. Siete in tanti non ci devi parlare per forza. Pensa alla tua di ragazza, ok?
Con te comunque mi vendico un'altra volta, non pensare di cavartela così.

venerdì, dicembre 29, 2006

VANZA CHIAMA LA CITAZIONE RISPONDE

Mi rendo conto di aver trascurato questo giochino delle citazioni per molto tempo. Lo facevo nel vecchio blog perchè non parlavo dei cazzi miei e usavo le parole degli altri.
Comunque.
Mi sento molto arrampicatore sociale, perchè prima nemmeno avevo la password ora invece mi è stato dato in gestione questo posto per una paio di settimane. Ricorderete tutti la fuga di Giulia in montagna con relativo appello che non ha funzionato e relativa fine della mia gloriosa gestione.
Ieri sera vado a bere con Giulia e Carlo, visto che mr guaio europeo parte oggi.
Giulia porta un libro. Il libro è stato consigliato da Francesca. Il libro parla di quattro amici. Ok, non siamo proprio noi ma ci assomigliano molto.
Quindi vorrei citarne un pezzo che sembra invece perfetto per uno di noi. Che oggi non sta tanto bene nella vita che si è scelto ma che comunque sorride dei buoni momenti come alla fine, per fortuna, sappiamo fare.

Negli ultimi mesi Raùl aveva cambiato carattere, e lui stesso lo spiegava così: "E' come quando vai al cinema perchè dalla pubblicità ti sembrava una figata, ma dopo un'ora che stai seduto sulla poltrona ti rendi conto che non era quello che ti aspettavi, insomma ti sei fatto fregare come un idiota". Con quella sua mania per l'igene, l'ordine, l'educazione, sapevamo quanto gli costasse riconoscere le proprie frustrazioni in pubblico.
- David Trueba, Quattro amici -

Nota a margine: leggerò pure il libro di Calvino, perchè sono un cialtrone e non l'ho comprato. Ma sono sempre distratto diceva la mia maestra.

giovedì, dicembre 28, 2006

AGGIORNAMENTO

Il regalo trash di senzaidee. (poi ce lo spieghi)
Il regalo dell'archi.
Architetto Paolo, chissà perchè la gente ha la mania di regalarle animali di legno dal dubbio gusto. Magari c'è un messaggio nascosto.

mercoledì, dicembre 27, 2006

IL NATALE

Finito il natale, siam tutti più pesanti. Di regali e di cibo.
E' strano perchè è il primo natale da quattro anni che non siamo a casa insieme. Ognuno a casa sua.
Alla vigilia, l'architetto si presenta a casa mia, vestito bene e con la barba fatta e ci consegna il panettone con lo spumante. Improvvisamente è invecchiato di vent'anni e pure un pò io.
Alla sera della vigilia, i miei non fanno nulla, perchè noi festeggiamo solo il giorno di Natale. Allora sono andata a casa del mio amico Ale, "che loro sono terroni e mangiano anche alla vigilia" ha detto mia madre.
E' stato bello, l'unico problema è che alle 21.30, quando mi sono seduta a tavola, ero ubriaca. Molto ubriaca.
Perchè prima di partire da casa, ho fatto un aperitivo con Carlo, poi sono arrivata presto perchè ho preso il treno prima e allora ancora a bere per non stare in casa con la famiglia che cucina.
Insomma ogni tre secondi il mio cervello mi ripeteva: concentrati, non fare cazzate, concentrati, stai attenta.
Nei rari momenti di lucidità ci sono riuscita anche bene. Alzati da tavola, la serata è degenerata. Per fortuna fuori casa.
Il mattino dopo devo riprendere il treno e tornare a casa.
La sveglia suona alle 8.30. E' il delirio.
Soprattutto perchè arrivo a casa in stato comatoso e vorrei dormire fino all'anno nuovo.
Ma mi aspetta un pranzo con 15 persone.
Ci si siede alla 1 e mi ricordo solo che ho preso il caffè e ho guardato l'orologio ed erano le 17.30. Prima della cena, servita solo 4 ore dopo, ho perso un pò di soldi a tombola.
Dopo cena, di nuovo tombola.
Alla fine avrò perso sui 15 euro, con disperazione. Sono tantissimi soldi per me.
Così alle 2 di notte mi ritiro perchè mi erano rimasti solo 15 centesimi. Ho giocato fino alla fine perchè se mi ritiravo prima sarei dovuta stare con la figlia di mio cugino che ha 6 mesi.
Così ritirandomi alle 2 mi restava solo un'oretta da spendere come baby sitter. "Chi non gioca sta con la popi" era la frase paura della giornata.
Io comunque piaccio sempre un sacco ai bambini. Però mi stufo subito.
Dopo aver dormito quelle 4 ore perchè mia madre non si staccava dalle carte e gli amici di mio cugino continuavano a far giocare lei e mia zia, mi sveglio e mi aspetta di nuovo pranzo e cena. Dalle sorelle di mio padre.
Anche qui c'è una bambina che però ha 6 anni.
Mia cugina vive in Germania, perchè mia zia ha sposato un tedesco, quindi la vediamo poco. La notizia della giornata è che mia zia, la sorella minore di mio padre, è incinta. E mio padre ci ha messo quei quindici minuti per comprendere.
Vengo subito prenotata per provare tutti i regali che ha aperto il giorno prima.
Soprattutto il telaio per fare i braccialetti. Dopo aver fatto 7 braccialetti e 2 collane, perchè lei doveva regalarle alle sue amiche di scuola, annuncio la mia disfatta e abbandono il telaio.
A carte ho perso di nuovo soldi. E contro una bambina di 6 anni che gioca a Uno meglio di tutti è grave.
A mezzanotte crollo sul divano cercando di leggere la biografia in tedesco di Reynold Messner.
Oggi sono ancora viva, nonostante sia stata svegliata alle 8.30 dalle bambine che stanno sempre a casa mia perchè mia madre è la loro tata. Ho detto: sono paralizzata non mi posso alzare!
Ma i bambini non si fermano di fronte a nulla e le loro manine mi hanno tirato giù dal letto per farmi vedere i regali che avevano ricevuto.
Ho già fatto 20 partite a Indovina chi e giocato con le Winx.
L'anno prossimo viaggio in Giamaica come ha fatto quello stronzo di mio cugino.

Adesso diteci cosa vi hanno regalato che siamo curiosi.
Si dice, regali una figata ricevi una cagata.
Fate la classifica dei regali più orrendi che avete ricevuto.
La cosa più trash e assurda vince un premio.
Se avete anche una foto potete mandarla al mio indirizzo di posta, che io sarò ben felice di pubblicarla. Poi decreteremo il vincitore.
Questo è il mio regalo orrendo.
Una mia amica, mi ha regalato questo orologio, che tra parentesi non funziona perchè ha le freccette di plastica piegate.
Attendo ancora il regalo di Babbo Vanzetti. Io ho chiesto una cosa precisa e ho fatto pure la letterina, ora speriamo che non si sia incastrato nel camino con la sua bella pancia alcolica.
Archi lei faccia la conta delle cravatte.

venerdì, dicembre 22, 2006

A CENA

Ieri sera io, Carlo e le nostre attuali siamo usciti insieme.
Non credo che sia mai successa una cosa del genere.
Non credo di aver mai avuto una ragazza simile, della quale non mi preoccupo, perchè da un momento all'altro potrebbe sparare la stronzata del secolo, come alla fine hanno fatto tutte le altre.
Riesce a reggere una discussione.
Il giudizio di Carlo per me è importante e visto che Giulia si esprime positivamente ora aspetto solo lui, che non l'ha mai vista.
Si esprime positivamente pure lui.
Vanno d'accordo tra di loro e anche con Elisa, la ragazza di Carlo, si parlava tranquillamente.
Diciamo che prima di ieri sera il pensiero di fare la classica uscita a quattro con il tuo migliore amico e le rispettive mi avrebbe messo un'angoscia tremenda. Invece ero sereno.
Mancava solo una cosa.una persona più che una cosa, che non è voluta venire con noi, nonostante la sua mancanza l'abbiamo sentita tutti.
Bisogna comprendere, diceva qualcuno.
Bisogna uscirne, dico io.

Visto che il mio appello per il nuovo fidanzato di Giulia non ha funzionato e che non si è proposto nessuno, io e Carlo pensavamo, da novelli Marco Predolin, che forse potevi uscire con Alberto.
Lui è d'accordo.
Oppure tu e l'archi potete tornare a vivere insieme.

mercoledì, dicembre 20, 2006

SPOSERO' UN BIBLIOTECARIO

Ieri pomeriggio vado in biblioteca a studiare.
Biblioteca dell'università.
A Milano, mi piaceva un sacco andare alla Sormani, per vedere tutta la gente che impazziva perché non riusciva a stare dietro a quanti foglietti e formulari doveva consegnare per avere un libro. O magari sentirsi dire, dopo aver compilato due forse tre schede con colori diversi, "no ci spiace, il libro è fuori, non lo ha letto sulla scheda al computer?"
Facce depresse e senza un senso alla loro vita che si dirigono fuori.
Dopo aver buttato il numerino che ti danno per aspettare i libri, il banco affettati della biblioteca, dopo essersi dimenticati di prendere la borsa lasciata agli armadietti, dopo, magari, aver perso il braccialetto di gomma rossa che ti danno per poter riprendere la borsa.
Insomma, mi piaceva andare in questa biblioteca.
Poi, una volta, un barbone mi ha quasi vomitato addosso. Perché all'ingresso ci sono delle poltroncine e lì c'erano sempre due o tre barboni che dormivano. Uno una volta, alzandosi, mi è venuto addosso e se non ci fosse stata la mia amica che mi ha dato una gran spinta, mi avrebbe vomitato addosso al posto di vomitare sul pavimento.
Per dire che, ieri, sono andata alla biblioteca di Scienze politiche.
Che è piccola, scomoda e rumorosa.
Però dovevo rileggere un libro che si può vedere solo lì, cioè si può consultare solo nella biblioteca.
Funziona così.
Guardi sul computer, segni la collocazione e poi te lo cerchi.
Ho girato tutta la biblioteca, dal -2 al + 3 e non l'ho trovato. Allora torno sotto, chiedo: "mi scusi, dov'è questo libro?" mostrando il foglietto e il tizio mi dice: "deve chiedere al banco dei libri di testo".
Quindi, mi faccia capire, uomo pelato con la pancia, ho fatto all'incirca quattro piani di scale e per due volte, inutilmente? Non glielo dico ma glielo faccio capire con la faccia e lui dice: "doveva chiedere prima".
Hai ragione, bibliotecario del mese, 1 a 0 per te.
Allora rimetto il tesserino nella macchinetta per passare e figuriamoci se passa. Il bibliotecario del mese, che ormai mi considera la stordita dell'anno, si avvicina e mentre io continuo a far passare il tesserino nella macchinetta, mi dice: "ma forse..." Tac, la macchinetta dice avanti. Mi giro, guardo con tono di sfida il tipo e penso: 1 a 1 stronzo, sono passata!
E' una guerra, lo dice sempre anche mio padre quando guida.
Arrivo al banchetto.
Attendo un tempo variabile che va dai 15 ai 20 minuti. C'è coda perché la tizia è un pò imbranata.
Miss Marple con la permanente appena fatta mi dice: "prego, cosa vuoi?"
Io le faccio vedere il mio bigliettino e lei va a prendere il libro dentro un armadietto, poi prende il mio tesserino, digita il mio nome sul computer e dice: "tu sei .... ... nata il 10/08/76?"
Come scusa, donna con le dita più corte del mondo, ti pare che IO possa essere nata nel 76?
Dai guardami bene, al di là dei tuoi occhi miopi, al di là delle lenti annebbiate, al di là dei tuoi immensi capelli cotonati color paglia, guardami bene e dimmi se ti sembro una persona di trent'anni. Cioè trent'anni??
Quando andavo all'asilo pensavo che a trent'anni si era quasi morti, che si era irrimediabilmente vecchi.
Se fosse stato un film, la me stessa di 4 anni in quel momento sarebbe stata di fianco a me, probabilmente in bianco e nero per far capire che era un prodotto della mia mente, avrebbe puntato il suo piccolo indice su di me ridacchiando e dicendo: "trent'anni, ah, ah, ah".
Resto interdetta. Miss Marple mi guarda, vede la mia faccia allucinata e dice: "ah no scusa, probabilmente sei quella dell'82".
Probabilmente? Eh sì probabilmente sì.
Intanto il bibliotecario del mese, che aveva raggiunto il banchetto sghignazzava alle mie spalle.
2 a 1 stronzo.
Salgo, studio un pò, poi arriva un mio amico ed esco.
Scendo le scale, inserisco il tesserino guardando con aria di sfida il bibliotecario del mese, in posa mese di agosto nel calendario dei bibliotecari (seduto con le braccia conserte e con sguardo truce), che mi guarda come per dire: "adesso vediamo se passi al primo tentativo".
Sudo freddo, le mani stringono il tesserino blu, lo avvicinano alla macchinetta e lo passano per la prima volta, la macchinetta emette un click che sembra rimbombare per tutta la biblioteca. Sono passata al primo colpo! Ce l'ho fatta, stronzo! Non sono così stordita come credi! Esaltazione e giubilo.
Faccio scattare la barra e mi dirigo verso di lui con sguardo fiero.
Non faccio in tempo a pensare 2 a 2 bibliotecario pelato, che un suono invade la stanza. Bip, bip, bip.
Merda!
Ho scordato il libro di sola consultazione nello zaino.
Si avvicina, mi guarda, ormai sono completamente rossa e grondante di sudore, dice: "signorina, questo libro non si può portare fuori dalla biblioteca!"
Io farfuglio solo pochi monosillabi e lascio il libro nelle sue mani, aprendo le porte di uscita.
3 a 1. Incontro finito.

lunedì, dicembre 18, 2006

UNA DIETORELLA PER GUARIRE IL CUORE

Sono stato da Giulia.
Qualcuno le spieghi che non è che perchè si è lasciata con questo ragazzo non avrà mai più un uomo nella sua vita degno di nota.
Cioè, le possibilità sono molte, voglio dire, ci sarà pure uno in tutti questi milioni di uomini che si incontrano ogni giorno che può stare con lei. O no?
Il problema è che poi i ragazzi con Giulia si confondono, non puoi avere quelle tette con quel cervello. E' chiaro che vanno in confusione.
Comunque, consapevole delle mazzate che prenderò per aver scritto questa verità, vi illustro il nostro pomeriggio.
Al lunedì sono paranoico perchè non lavoro. E' la mia giornata libera. Dovrei studiare, fare fantastici week end allungati a base di cibo e sesso, fare lunghe passeggiate, portare fuori il cane se ancora ne avessi uno, guardare la tv di pomeriggio...Non ci riesco però. Vado sempre in paranoia il lunedì, per ogni minimo, stupido motivo.
Così oggi sono andato da Giulia. Il personaggio dell'amichetto consolatore non mi sta molto bene addosso, così mi faccio consigliare da Daniele, mio vero amichetto consolatore.
Lui dice: "portale da mangiare".
E poi una serie di cose che non posso scrivere, che secondo lui, queste cose, le rotture, si guariscono in un solo modo. Ma comunque, con Giulia è un pò complicata la guarigione per quella via.
E insomma, prima o poi ce la faccio a scrivere quello che volevo dire.
Finisce che le porto da mangiare l'unica cosa che ho trovato in casa. Mia madre ha messo tutti i pacchetti sotto l'albero. Ne vedo uno a forma di piramide. Penso: che cazzo potrà mai essere?
E' chiaro che è una scatola di cioccolatini, cosa vuoi che ci sia a forma di piramide?
La scarto e la porto a Giulia che come prima frase mi dice: non ho tempo, devo studiare, vattene.
Eh vabbè ho già fallito in partenza.
Comunque resto un'ora e ci finiamo tutti i cioccolatini e ora ho un leggero mal di pancia. Oddio proprio leggero non lo definirei.
Ora è il momento, per la rubrica dei magici racconti della nostra infanzia, dell'aneddoto.
Collegamento: il mal di pancia.
Quando andavamo alle medie, tipo seconda media, c'era Fiorello che faceva il karaoke.
Se chiamavi e indovinavi una canzone o una cosa del genere, ti arrivava a casa un cesto enorme pieno di dietorelle.
Volete che il Vanzetti, invogliato dal codino siciliano (notare che non ho scritto terrone), uomo competitivo già dalla culla, non abbia telefonato per vincere il tanto agognato cesto di caramelle dietetiche?
Assolutamente no.
E infatti ho chiamato, ho vinto e poco dopo mi è arrivato il cesto a casa.
Una cosa mega, enorme, che ancora non riesco a descrivere da quanto era grosso.
Subito ho chiamato i miei due amichetti del cuore. Giulia e Carlo e anche un altro ragazzo che veniva a scuola con noi, che ora vive a Roma o vicino Roma.
In poche ore abbiamo spazzolato metà del cestino. Parlavamo e gnam buttavamo giù queste magiche caramelle appiccicose dai mille gusti.
Non so se lo avete mai letto, ma sulla confezione c'è scritta in piccolo piccolo questa infida frase: non consumare più di tre caramelle al giorno, potrebbero avere effetti lassativi.
E sti cazzi.
Avevano proprio ragione.
Il giorno dopo quattro deficienti stavano male e non si sono presentati a scuola.
Per di più la stronza della professoressa di tecnica ha chiamato mia madre per dirle che non ero andato a scuola. "Eh signora, suo figlio ha di nuovo saltato la scuola insieme ai suoi amichetti". E invece brutta stronza insensibile ero lì che davo l'anima in bagno.
Carlo non si presentò a scuola per due giorni perchè lui si era mangiato pure quelle dure oltre quelle gommose.Il giorno che tornai a scuola consegnai un sacchetto di dietorelle alla menta (me lo ricordo come se fosse ieri) alla stronza di tecnica. Non so se gli è venuto il cagotto anche a lei ma ho sperato tanto di sì.

venerdì, dicembre 15, 2006

...

Gentili utenti,
vi informo di vicende personali.
Se non vi interessa passate oltre, non si offende nessuno.
Da oggi, sono ufficialmente single.
C'è una parola meno orribile che renda bene l'idea?
Non mi viene in mente.
La cosa forse più strana di tutta la situazione, che comunque ora non starò qui a descrivere, è che sono tornata a casa e non ho fatto nulla.
Spiego meglio.
Me stessa pensava: starai male, mamma mia quanto starai male. E ho rimandato, per un sacco di tempo. Troppo tempo.
E oggi quando sono tornata a casa, dopo il quindicesimo tentativo consumato in un mese di dire basta, non mi sentivo poi così male. E lo trovo un pò orribile.
C'è una parola in inglese. Emptiness.
La trovo corretta.
Mi spaventa un pò questa incapacità di provare grandi sentimenti. Come se ne fossi quasi incapace. Non mi ci sforzo nemmeno. Mi fa anche un pò, come dire, senza esagerare i termini, un pò di disgusto.
Vorrei sentirmi una merda per aver mollato il mio ragazzo, per aver tirato tanto una storia che non è mai partita veramente, per aver avuto di fronte per mesi occhi sinceri, per aver risposto a sproposito tante volte, per non essere riuscita a stare sola prima di oggi.
Ma sinceramente non mi interessa poi così tanto.
E di tutta questa storia, proprio questo sentimento non mi fa stare bene.
Chi se ne frega.
Se la dici per tanto diventa proprio una gran brutta frase.
Io e il Vanzetti in questo momento.

giovedì, dicembre 14, 2006

RITORNIAMO ALLE VECCHIE ABITUDINI

Da quando non vivo più a Milano mi stresso il doppio.
Sembra assurdo e me ne rendo conto ma è così. Prima scendevo di casa e andavo direttamente alla metropolitana, stavo sulla stessa linea per l'ufficio e per l'università. Dovevo solo stare attenta a prendere quella con la direzione giusta. E basta. Un costo cognitivo limitato, superato dal comportamento standardizzato che ne derivava. Tutti i giorni la stessa strada.
Ora, invece, nella triste brianza mi tocca fare le seguenti cose:
scendere la scale, prendere il motorino, starci seduta per un tempo che varia dai 20 ai 30 minuti, litigare verbalmente e a gesti con molti automobilisti incazzati quanto me di trovarsi incastrati alle 8.30 di mattina, parcheggiare il motorino alla stazione della metropolitana, aggirare il tizio che ogni giorno mi vuol far pagare il biglietto per il suo parcheggio abusivo, scendere in metropolitana, cercare di tirare fuori il tesserino con le dita congelate, correre in metropolitana cercando di non farsi frantumare dalle porte che si chiudono come due tagliole, cercare un posto per sedermi cercando di evitare tutti i tizi con lo sguardo e la posizione da falco per prendersi l'ultimo posto libero, resistere alla tentazione di dare tutte le monete a tutte le persone che chiedono la carità, scendere cercando di aprire un varco fra tutte le persone, correre al lavoro per sentirsi dire: ma com'è che arrivi sempre con questo sguardo da sopravvissuta alla maratona?
Ma anche vaffanculo, stronzo che abiti a 5 minuti da qui.
Così, oggi, faccio tutta la medesima trafila che ho descritto, solo che scendo a San Babila perchè devo andare in università. Mi sono stressata tantissimo perchè in ordine:
un camion ha tentato di investirmi (ripetute volte)
ho quasi investito un vecchio in bici in contromano
un tizio cingalese ha tentato di vendermi dei fiori che si muovevano con la faccia di un bambino in mezzo ai petali ( al momento ho anche pensato di avere un'allucinazione)
Sono arrivata in ritardo all'esame (prima volta in tutta la mia vita, nonostante io sia sempre in ritardo, agli esami mai successo)
mi è quindi toccato un posto di merda vicino a una stronza con un vestito verde
non ho risposto a due domande che valevano 4 punti l'una
ne ho sbagliata una
ho sbagliato metà esercizio
deduco che non ho passato l'esame oppure che facendo il conto dei punteggi per domanda, dovrei prendere un voto che osclla tra il 18 e il 22
il che mi sembra abbastanza una merda per aver passato più di un mese a studiare economia
l'unica cosa piacevole della mia giornata, il pranzo con Ale, è saltato perchè ha ben deciso di fare altro
non ho visto il vanza che probabilmente ha perso l'uso di un polmone per chiamarmi
ho capito che la strategia migliore per aggirare gli africani che ti vendono i libri, non è comprare un libro all'inizio del corso e mostrarlo come una bibbia convertitrice per tutta la strada per far capire che hai già eseguito l'acquisto, ma parlare al telefono. Ti vedono impegnata in altro e non ti disturbano.
infine, sono tornata a casa e ho visto che era rimasto un pò di gelato, la giusta quantità di equilibrio, direbbe quello stronzo prof dell'esame di stamattina. La metto nella tazza e trovo un tubetto di smarties. Essendo il mio pranzo decido di versarlo sulla tazza, ma all'interno non c'erano smarties bensì sassi raccolti dalle due bambine, figliocce di mia madre. Perchè cazzo, anche se avete sei anni, dovete mettere dei sassi in un tubetto per confetti di cioccolato? E per giunta riporli nel mobile come se nessuno avesse mai toccato il tubetto?
Alla vista dei sassi nel gelato, vorrei avere una crisi isterica di pianto ma non ne ho mai avuta una e non ho cominciato oggi.
Poi, per finire sul serio, esco con una mia amica che comincia il pomeriggio dicendo: andiamo a comprare i regali di natale!
Io dico: vorrei morire adesso
lei dice: ma perchè sei sempre così tragica??
Vorrei essere isterica non tragica. Ho comprato una serie di oggetti inutili:
un gatto di legno
un kit per confezionare braccialetti
una lampada senza lampadina
un salvadanaio a forma di mela
Adesso, cari amici miei che leggete il blog, decidete che regalo volete perchè sono troppo stressata per pensare di andare in un altro negozio e non pensare di voler uccidere tutti con un lanciafiamme. Nonostante sia assolutamente cosciente del fatto che questo è un pensiero che accomuna gran parte della gente in questo periodo.

martedì, dicembre 12, 2006

QUIET IS THE NEW LOUD

Questa notte ti ho sognato.
28 giungno 2005.
Su un prato con questa musica in questo posto e con Luca.
Quando torni?

If you want to be my friend, and you want us to get along
please do not expect me to wrap it up and keep it there
the observation I am doing could easily be understood as cynical demeanour
but one of us misread, what do you know, it happened again

a friend is not a means you utilize to get somewhere
somehow didn't notice, friendship is an end
what do you know, it happened again

how come no one told me, all throughout history
the loneliest people were the ones who always spoke their truth
the ones who made a difference withstanding indifference
I guess it's up to me now, should I take that risk, or just smile?
what do you know, it happened again

domenica, dicembre 10, 2006

LA LIBRERIA DI STEPHEN

Mr America in trasferta in Messico, oggi pomeriggio mi telefona.
Lui sta a Tulum su una spiaggia a svuotare noci di cocco e fare lampade con le conchiglie, io sono immersa nella nebbia brianzola.
Mi allarmo come sempre, perchè non mi ha mai chiamato e penso subito che stia male o che sia successo qualcosa di gravissimo e invece nulla.
Per giunta mi tocca parlare in inglese perchè lui dice subito che non vuole parlare in italiano. E io detesto parlare in inglese, sono pigra.
Dice: merry christmas.
Grazie mr america ti vogliamo tutti bene. Poi in breve, ha detto che andrà in un posto all'interno del Messico per cui non avrà il computer per un pò e quindi niente mail, niente sbiriciatine al blog, nada de nada.
E dice che non è mai stato così abbronzato e rilassato.
Lo so che la vuoi vedere, perchè parti domani e allora eccola.
La tua libreria di pino addobbata a Natale.
Direttamente da casa mia, perchè alla fine non so se lo sai, ma è finita nella mia stanza. Do you like it?
Chissà se anche Mr King l'ha addobbata per il natale.
Passa un buon natale e saluta tutti i parenti di Manu che incontri, lui ci tiene. Ciao.

giovedì, dicembre 07, 2006

A MILANO E' FESTA

Oggi è Sant'Ambrogio.
Il che vuol dire: santifica le feste.
Che vuol dire: stai a casa dal lavoro.
E pure domani!
Dovrei essere in montagna, se avesse deciso di nevicare da qualche parte, se quel coglionazzo del mio amico non si fosse rotto un braccio 3 minuti prima di caricare tutto sulla macchina.
Resto a casa a studiare.
Giulia è appena andata via arrabbiatissima perchè non riusciamo a studiare insieme. A parte che si è presentata alle 9 e come cazzo pretendi di trovarmi attivo e pimpante alle 9 di mattina. Era tutta attrezzata per lo studio e per gli esami di dicembre. Lei è una vera secchiona e su ste cose non si scherza.
Fai lo schema! poniti gli obiettivi della giornata! Leggi a mente!
Ora che mi sono alzato, mi sono fatto il caffè, ho mangiato il buondì, mi sono lavato, ho fatto finta di vestirmi, ho scelto il libro da studiare, mi sono seduto al tavolo con Giulia e lei aveva già fatto 2 capitoli. Alle 10.30, dopo 7 minuti esatti di lettura concentratissima e giuro super concentrata inizio a parlare come mio solito.
Venti minuti e la mia cara amica prende le sue cose e se ne va.
Dice: non funzioniamo io e te come coppia di studio.
Così mi sono rimesso la metà del pigiama che mi ero tolto e adesso mi guardo la tv.
Studio domani.
Adesso Giulia sarà lì sulla sua scrivania a studiare e sottolineare tutto, con i mille fogli e i tanti libri.
Io pomeriggio vado alla fiera degli obei obei.

martedì, dicembre 05, 2006

TRA POCO E' NATALE

E' certo che la vita, amici cari,
di spettacoli immondi ne offre vari,
ma uno dei più brutti e rivoltanti
(e ahinoi in giro se ne vedon tanti!)
è quello offerto da quei derelitti
che da gommite acuta sono afflitti:
sempre se ne stanno a biascicare
l'eterna gomma-bleah-da masticare.
Son quasi peggio di chi, come a caso,
si va a cacciare un dito dentro il naso.
Che brutto vizio, che brutta cosa
ruminare la gomma appiccicosa!
Chi mastica cicche o fuma sigarette
prima o poi, è sicuro, ci rimette.
Per caso avete udito voi la storia
di certe signora Cassiodoria?
Quella che masticava senza posa
non solo gomma, ma qualsiasi cosa?
Mastica in bagno, mastica in chiesa,
mastica calma, mastica tesa.
Mastica gomme alla menta o al limone,
di liquerizia, mela o lampone.
Se non ha gomma a portata di mano,
mastica guanti di boa o di caimano,
e un giorno, priva d'altro vicino,
mastica pure l'orecchio al postino!
Immaginate il suo fidanzato
che aspetto avesse rimasticato!
Su tutto lascia l'impronta dei denti:
mutande, grucce e monumenti.
Con le mascelle così in esercizio,
e in conseguenza di questo suo vizio,
il viso è tutto un folle sviluppo,
con mento e guance in sovrasviluppo.
Per anni e anni visse così
a cento gomme o più ogni dì,
finchè una sera d'estate, sentite
come le cose sono finite:
aveva masticato un romanzetto
ed era ora di mettersi a letto.
Mentre si preparava per dormire
l'ultima gomma stava per finire,
succhiandone il gusto aromatico
come un gran coccodrillo automatico!
Infine, stanca, la gomma sputò,
spense la luce e si addormentò.
Mentre dormiva, invece di russare,
la bocca continuava a masticare!
Anche se a vuoto masticava in fretta,
non poteva far altro, poveretta!
L'intera notte s'udì quel rumore,
una musica da fil dell'orrore:
gnam-gnam più forte, gnam-gnam più lento,
lo sgranocchio non si fermò un momento.
Ma ecco che la mascella impazzita
decise infine di farla finita:
s'aprì larga, si chiuse stretta
e via! la lingua ecco che affetta!
Così a forza di masticare
la poverina smise di parlare.
Andò a finire i giorni in un ospizio
a meditar sul suo dannato vizio.
E' per questo che abbiamo provato
a salvare Violetta da un tal fato.
E' ancora giovane. Può ancora cambiare,
e smettere il continuo masticare.
Sempre che esca viva dalla cura,
cosa per noi non del tutto sicura.

Nota a margine: assaporando il momento in cui saremo di nuovo tutti e tre insieme.

lunedì, dicembre 04, 2006

A DUBLINO

Lo ammetto, non avevo assolutamente voglia di partire per questa mini vacanza. Mi sconvolge sempre la mia assoluta pigrizia che mi colpisce sempre due o tre ore prima di partire per il viaggio.
Comunque parto giovedì sera e alle 22.30 ora irlandese atterro a Dublino. L'atterraggio peggiore della mia vita, e di aerei ne ho presi un pò. Un vento allucinante con raffiche fortissime che faceva sbandare tutto l'aereo e una frenata fortissima che ci ha spinto tutti in avanti. E' stato tremendo. Appena l'aereo ha rallentato la gente ha cominciato ad applaudire nervosamente e parecchie persone sono state assalite da risatine isteriche. Tutti bianchi e spaventati scendiamo dall'aereo.
Arrivo all'ostello verso mezzanotte.
L'ostello non mi sembra tanto male. Sono in una camera da 6 e il tipo alla reception ci informa di bussare perchè c'è già dentro qualcuno. L'ostello è un labirinto. Sono due edifici uniti insieme e per arrivare alla stanze bisogna oltrepassare una serie di porte e scalette. Quando si supera ogni porta e ogni corridoio si avverte un odore diverso. Una cosa terribile. Davanti alla porta della nostra camera stiamo circa 10 minuti a bussare e gridare per farci aprire. Dopo un bel pò di tempo ci viene ad aprire un ragazzo francese in mutande. L'odore nella stanza è terribile. Una puzza di piedi allucinante. Tutti i 6 letti sono disfati e ci sono vestiti ovunque. Chhiediamo al ragazzo (soprannominato lo spuzapè anche perchè nessuno è riuscito a capire come si chiamava) se era da solo in camera. Lui risponde "yes" e mi indica il letto in cui andare a dormire. Un letto pieno di vestiti. Ma sei matto! Io non ci dormo assolutamente lì. Gli facciamo una serie di domande e lui risponde sempre "yes". Così dopo 20 minuti di sconforto assoluto, io e la mia amica andiamo fuori da quella stanza. Stiamo sugli scalini, ho una presa male allucinante di 10 minuti in cui comincio ad organizzare piani mentali per scappare da quella stanza e trovare un altro posto in cui dormire. Risaliamo in camera e troviamo dentro altra gente. Un ragazzo e una ragazza slovacchi. I due, per fortuna, parlano inglese e ci spiegano che la stanza è tutta piena e che i letti sfatti sono i loro, che sono arrivati alle 6 di pomeriggio. E il letto pieno di vestiti e di un amico dello spuzapè che lavora di notte. Si scopre quindi che lo spuzapè non sa una parola di inglese e che ha risposto sempre sì ad ogni domanda. Per fortuna la ragazza parla francese e si è fatta spiegare tutto.
La stanza è veramente irrespirabile, lo spuzapè in tutto questo non si è mai mosso dal letto e si capisce che vuole dormire. Così decidiamo di andare fuori con questi slovacchi e altri loro amici. I pub di Dublino chiudono abbastanza presto. Entriamo in uno, poi in un altro, poi in una specie di club aperto fino a tardi. Sono le 5 quando rimettiamo piede in stanza. Sono distrutta. Sono ubriaca. Mi devo ancora riprendere dal viaggio, dallo shock di dover dormire con questo tizio in stanza e da un sacco di altre cose. E' chiaro che svengo per la sbronza appena tocco il letto. Solo per 2 ore. Fino alle 7 quando in camera si presenta l'amico dello spuzapè. Alle 9 tutti svegli. Gli slovacchi cambiano ostello. Veniamo piacevolmente informati dall'amico, arrivato alla mattina, che lui e lo spuzapè cambieranno stanza. Non potete immaginare la gioia.
Colazione, giro per la città, pranzo, giro per la città, birretta, ritorno in ostello esausta dalla sera prima. Vorrei farmi una doccia o almeno sdraiarmi cinque minuti. Io e la mia amica giunte alla porta della stanza, facciamo una preghiera augurandoci che la stanza sia vuota ma appena apriamo la porta ci si presentano 3 ragazzi che dormono nei letti. Cazzo!
Di nuovo maschi. E' inutile stare a spiegare come si comportano i maschi. Ma è chiaro che sono disordinati e casinisti. E comunque non si può dormire alle 6 di pomeriggio. Così ci mettiamo un pò nel letto anche noi due, tanto per riposarci e tempo 20 minuti ne entra un altro. Che cazzo! Per farla breve, i 4 ragazzi sono tutti qui per una conferenza di studenti di un programma di studio europeo. Sono tutti carini, gentili e abbastanza educati. Tre sono polacchi e uno è austriaco. Ceniamo e poi loro vanno ad una festa in un hotel con tutti gli studenti. Noi ci dirigiamo verso il letto a mezzanotte. Esauste ancora dalla sera prima e dalla giornata passata in giro, cercando di resistere alle raffiche di vento gelido allucinanti.
Il giorno dopo i tre vanno alla conferenza, si svegliano presto, si fanno la doccia, si vestono in giacca e cravatta. Sono carini e simpatici. La giornata è chiaramente di nuovo in giro e la sera a bere. Nonostante piova molto forte.
Alla notte quando tornano i tre fanno un casino allucinate, probabilmente ubriachi più di noi. E il mattino dopo dobbiamo andare via.
Tutti e sei, perchè anche loro torneranno a casa. Incontriamo di nuovo lo spuzapè e il suo amico alla reception. Se ne vanno anche loro. Alla fine mi sono divertita un sacco, mi sono anche rilassata e a parte l'impatto iniziale il posto non era male. I ragazzi e rano simpatici e anche se soprannominnati "le bestie" per via delle spalle enormi di tutti e tre e del loro continuo lasciare in giro roba su roba, che si ammucchia tutta in una stanza da sei di 5 metri quadri, mi sono trovata bene.
A Dublino si beve e basta. Si mangiano schifezze pari a Londra ma l'amore per la birra e per i pub che sono veramente ovunque non credo sia paragonabile ad altri posti che ho visto. La Guinness gode di un amore patriottico insuperabile. C'è sempre gente in giro a qualsiasi ora, la gente è veramente presa bene e rilassata, tutti molto cordiali, a parte un paio di cameriere, e assolutamente pronti a divertirsi in ogni occasione.
Le ragazze sempre in giro mezze nude a qualsiasi ora e con qualsiasi temperatura, pur non risultando mai eccessivamente volgari.
La città poi è abbastanza piccola, la si gira tranquillamente a piedi e bastano due o tre giorni per vedere le cose più importanti. L'unica cosa che mi è dispiaciuta è non avere avuto il tempo di andare alla baia, ci voleva un giorno in più per quello. Ma è tutto veramente bello e gioioso.
E' chiaro che anche il decollo dell'aereo è stato tremendo. Tutti i voli per l'Inghilterra sono stati cancellati a causa di una tempesta di vento. Partiamo in ritardo e non vi spiego l'orrendo decollo e la prima mezz'ora di viaggio.
E comunque da quanto ho bevuto, credo che resterò ubriaca per almeno un mesetto buono.