Avere senso dell'orientamento non serve a nulla se tanto non sai dove andare. Meglio essere disorientati ma avere un punto da raggiungere. Quanto ci metti non è importante.

mercoledì, dicembre 20, 2006

SPOSERO' UN BIBLIOTECARIO

Ieri pomeriggio vado in biblioteca a studiare.
Biblioteca dell'università.
A Milano, mi piaceva un sacco andare alla Sormani, per vedere tutta la gente che impazziva perché non riusciva a stare dietro a quanti foglietti e formulari doveva consegnare per avere un libro. O magari sentirsi dire, dopo aver compilato due forse tre schede con colori diversi, "no ci spiace, il libro è fuori, non lo ha letto sulla scheda al computer?"
Facce depresse e senza un senso alla loro vita che si dirigono fuori.
Dopo aver buttato il numerino che ti danno per aspettare i libri, il banco affettati della biblioteca, dopo essersi dimenticati di prendere la borsa lasciata agli armadietti, dopo, magari, aver perso il braccialetto di gomma rossa che ti danno per poter riprendere la borsa.
Insomma, mi piaceva andare in questa biblioteca.
Poi, una volta, un barbone mi ha quasi vomitato addosso. Perché all'ingresso ci sono delle poltroncine e lì c'erano sempre due o tre barboni che dormivano. Uno una volta, alzandosi, mi è venuto addosso e se non ci fosse stata la mia amica che mi ha dato una gran spinta, mi avrebbe vomitato addosso al posto di vomitare sul pavimento.
Per dire che, ieri, sono andata alla biblioteca di Scienze politiche.
Che è piccola, scomoda e rumorosa.
Però dovevo rileggere un libro che si può vedere solo lì, cioè si può consultare solo nella biblioteca.
Funziona così.
Guardi sul computer, segni la collocazione e poi te lo cerchi.
Ho girato tutta la biblioteca, dal -2 al + 3 e non l'ho trovato. Allora torno sotto, chiedo: "mi scusi, dov'è questo libro?" mostrando il foglietto e il tizio mi dice: "deve chiedere al banco dei libri di testo".
Quindi, mi faccia capire, uomo pelato con la pancia, ho fatto all'incirca quattro piani di scale e per due volte, inutilmente? Non glielo dico ma glielo faccio capire con la faccia e lui dice: "doveva chiedere prima".
Hai ragione, bibliotecario del mese, 1 a 0 per te.
Allora rimetto il tesserino nella macchinetta per passare e figuriamoci se passa. Il bibliotecario del mese, che ormai mi considera la stordita dell'anno, si avvicina e mentre io continuo a far passare il tesserino nella macchinetta, mi dice: "ma forse..." Tac, la macchinetta dice avanti. Mi giro, guardo con tono di sfida il tipo e penso: 1 a 1 stronzo, sono passata!
E' una guerra, lo dice sempre anche mio padre quando guida.
Arrivo al banchetto.
Attendo un tempo variabile che va dai 15 ai 20 minuti. C'è coda perché la tizia è un pò imbranata.
Miss Marple con la permanente appena fatta mi dice: "prego, cosa vuoi?"
Io le faccio vedere il mio bigliettino e lei va a prendere il libro dentro un armadietto, poi prende il mio tesserino, digita il mio nome sul computer e dice: "tu sei .... ... nata il 10/08/76?"
Come scusa, donna con le dita più corte del mondo, ti pare che IO possa essere nata nel 76?
Dai guardami bene, al di là dei tuoi occhi miopi, al di là delle lenti annebbiate, al di là dei tuoi immensi capelli cotonati color paglia, guardami bene e dimmi se ti sembro una persona di trent'anni. Cioè trent'anni??
Quando andavo all'asilo pensavo che a trent'anni si era quasi morti, che si era irrimediabilmente vecchi.
Se fosse stato un film, la me stessa di 4 anni in quel momento sarebbe stata di fianco a me, probabilmente in bianco e nero per far capire che era un prodotto della mia mente, avrebbe puntato il suo piccolo indice su di me ridacchiando e dicendo: "trent'anni, ah, ah, ah".
Resto interdetta. Miss Marple mi guarda, vede la mia faccia allucinata e dice: "ah no scusa, probabilmente sei quella dell'82".
Probabilmente? Eh sì probabilmente sì.
Intanto il bibliotecario del mese, che aveva raggiunto il banchetto sghignazzava alle mie spalle.
2 a 1 stronzo.
Salgo, studio un pò, poi arriva un mio amico ed esco.
Scendo le scale, inserisco il tesserino guardando con aria di sfida il bibliotecario del mese, in posa mese di agosto nel calendario dei bibliotecari (seduto con le braccia conserte e con sguardo truce), che mi guarda come per dire: "adesso vediamo se passi al primo tentativo".
Sudo freddo, le mani stringono il tesserino blu, lo avvicinano alla macchinetta e lo passano per la prima volta, la macchinetta emette un click che sembra rimbombare per tutta la biblioteca. Sono passata al primo colpo! Ce l'ho fatta, stronzo! Non sono così stordita come credi! Esaltazione e giubilo.
Faccio scattare la barra e mi dirigo verso di lui con sguardo fiero.
Non faccio in tempo a pensare 2 a 2 bibliotecario pelato, che un suono invade la stanza. Bip, bip, bip.
Merda!
Ho scordato il libro di sola consultazione nello zaino.
Si avvicina, mi guarda, ormai sono completamente rossa e grondante di sudore, dice: "signorina, questo libro non si può portare fuori dalla biblioteca!"
Io farfuglio solo pochi monosillabi e lascio il libro nelle sue mani, aprendo le porte di uscita.
3 a 1. Incontro finito.

4 Comments:

Blogger vanza said...

mi perdo sempre le scene migliori della tua vita. Ma perchè?

mer dic 20, 01:35:00 PM

 
Blogger architettoPaolo said...

Giulietta ti ricordi io e te la prima volta che ci siamo visti dove eravamo?

Visto che siamo in tema di ricordi e tristezza, anche se no poco importa, mi ha chiamato il signor Marcello.
Hanno affittato casa nostra.
Pare ad una coppia di conviventi con figlio.
Mi ha chiamato perchè non abbiamo portato via alcuni mobili, tipo il tavolino del soggiorno, le mensole della stanza dell'american e altre in camera di Giulia e Sara.
Ho detto che poteva tenere tutto, va bene?
Perchè altrimenti qualcuno deve andare a prenderle.
E poi c'è ancora la cantina della Cesi da svuotare con la roba dell'american e di Carlo.
Ma Carlo è tornato?

mer dic 20, 05:08:00 PM

 
Anonymous Anonimo said...

Da quando per andare in biblioteca a Psicologia hanno messo le porte che si aprono soltanto facendo passare il badge non ci azzecco mai. Ogni volta lo metto dalla parte sbagliata ed ogni volta ho l'impressione che quelli di fronte a me mi prendano per deficiente e pensare che una volta la biblioteca era la mia seconda casa... Adesso è già tanto se ci vado una volta al mese.

mer dic 20, 06:45:00 PM

 
Blogger giulia said...

oh archi, certo che me lo ricordo.
Lei si ricorda com'ero vestita? Perchè io mi ricordo benissimo com'era vestito lei.

Io non ho più spazio per mobili o altre cose che provengono da quella casa. Ho già mezza roba dell'american e una considerevole quantità di vestiti che non potrò mai mettere. Vedi tu, a me non servono.
Sei tu quello con la casa da convivenza. Io sto dai miei adesso.

Carlino è tornato, l'ho visto, sta bene. Sembra ringiovanito di 5 anni, maledetto lui.

mer dic 20, 08:47:00 PM

 

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