Avere senso dell'orientamento non serve a nulla se tanto non sai dove andare. Meglio essere disorientati ma avere un punto da raggiungere. Quanto ci metti non è importante.

lunedì, ottobre 30, 2006

ICH BIN LUCA

Miei cari 4 lettori di questo blog eccomi tornato.
La Germania è una gran cazzo di nazione. Ad averla vista, sarebbe una gran cazzo di nazione.
Ma sono stato chiuso in questo albergo e poco ho fatto.
Due palle che credo siano difficili da immaginare.
Ora che sono tornato, mi pongo questi interrogativi:
1- Luca, hai dato lustro all'azienda?
2- Luca, hai imparato qualcosa?
3- Luca, hai bevuto abbastanza?
4- Luca, hai fatto il bravo?
5- interrogativo morale generico

Mi sento di dire che posso rispondere con chiarezza a tutti e cinque un sonoro no. Oggi in ufficio si sono detti soddisfatti della mia/nostra missione. 35 ha da raccontare un paio di aneddoti poco edificanti sul mio conto ma poco importa.
Non finì come all'Oktoberfest ma insomma ci siamo avvicinati.
Ho trovato le cene a base di specialità tedesche veramente orrende. Non me le ricordavo così. Ma sono ingrassato. Credo per un problema alcolico più che gastronomico.
Il primo giorno tra aeroporto, crisi da volo di 35 che ti chiedi perchè i finestrini dell'aereo non si possano aprire per facilitare la sua uscita e un paio di altre cose noiose e di poco conto non è successo nulla.
Il giorno dopo convegno su non mi ricordo cosa.
Tornato in camera il secondo giorno, alle 21.30, dopo la cena a base di specialità tedesche, collasso sul letto.
Alle 2.30 sono sveglio.
La tv tedesca mi manda in paranoia, perchè non capisco quello che dicono e sembrano tutti figli di Hitler con quell'atteggiamento arrogante e violento. Per cui ad ogni parola sembra che ti debbano sputare in faccia. E sul letto mentre guardo la tv mi aspetto che uno esca dallo schermo e mi schiaffeggi.
Non mi resta niente di meglio da fare che aprire quella gran invenzione del minibar e svuotarlo a dovere.
Toblerone e Jack Daniels.
Il tutto mentre il mio mp3 mi spara nella testa musica orrenda.
Alle 5 sono definitivamente collassato sul letto.
35 mi viene a svegliare alle 9. Sono in uno stato pessimo ma chi se ne frega, devo solo sedermi, ascoltare i tizi che mi vorrebbero sputare addosso e una fighissima traduttrice inglese.
La cosa peggiore è che nel pomeriggio hanno cominiciato a parlare tutti in inglese e la cara traduttrice è stata relegata in un angolino in silenzio.
Luce della mia triste giornata tedesca rianimati ti prego. Due ore seduta in un angolo in silenzio.
Raggiungo il buffet insieme a 35 e mi butto sul cibo. Purtroppo l'alcool solitario della sera prima mi impedisce di mangiare qualsiasi cosa senza il sentore di rivederlo dopo pochi minuti. Mi trattengo. E intrattengo. Ragazzi romani che si annoiano come me.
La sera è in uscita libera. 35 fa la figa di legno come sempre e se sta in cameretta a fare non so cosa. Svaligerà anche lei il minibar come saprò la mattina dopo.
Esco con questi ragazzi romani. Simpatici, tranquilli, sereni.
Quando torno sono le 3.
La mattina dopo preparo le valigie e incontro 35 alla reception.
Aeroporto, cielo, aeroporto, bus, treno, macchina, casa.
Finalmente.

domenica, ottobre 29, 2006

A FIRENZE

Tutto questo effetto luce soffusa a forma di croce è assolutamente voluto e ricercato.Prossimamente arriveranno studi e ricerche su come guidano i fiorentini e sul loro singolare modo di stare sul motorino dal titolo "La multifunzionalità del mio essere alla guida". E una piccola analisi dal titolo "Noi siamo i meglio".
Detto ciò.
Da questa vacanza porto a casa: un'amica e una cane adottato a distanza.La scoperta della comodità dei treni Eurostar, soprattutto dopo aver viaggiato troppe volte con gli intercity senza biglietto, aver scoperto che il Negroni è fiorentino (ancora sono sconvolta), una matita di Leonardo e son cose belle e molto altro.
Vi voglio bene a tutti.
Tottone, se fossi uomo ti avrei già sposato. Sappilo.

mercoledì, ottobre 25, 2006

I GIOVANI BRILLANTI E DINAMICI FANNO CARRIERA

Diciamo che oggi sono andata alla mia vecchia università.
Ho provato tristezza e nostalgia.
Incontro il mio vecchio guru del laboratorio nel quale ho imparato tutto. Parla male dei nuovi ragazzi che lavorano lì. Dice: se non cambiavi università ti avremmo rinnovato il contratto e saresti potuta diventare il rettore di questo posto.
Dio mio. Perchè? Già mi ci vedevo bene ad essere chiamata magnifica per i miei futuri 20 anni.
Ma ormai non si può più.
Giulia, mi dice, pensaci alla carriera universitaria. Ti fa bene secondo me. Non so caro vecchio guru trentenne non ho assolutamente voglia di scontrarmi con la burocrazia, le riforme, i governi e tutto il resto per i prossimi 20 anni. E poi comincio ad odiare tutti i ragazzini ventenni che incontro. Non mi pare il caso di finire a insegnare o a scrivere libri e saggi inutili. Gli dico: la mia media si è spaventosamente abbassata e sai che ci metterò un anno in più prima di laurearmi definitivamente.
Mangiamo alla mensa dell'università e il guru mi dice: lo sai che lavoro fa D. ora?
No, dico io.
Lui: lavora per *** (emittente televisiva) e ora guadagna un sacco di soldi.
Io: non ci voglio credere
Lui: te lo giuro, dobbiamo assolutamente arginare il problema. Fra 10 anni potremmo ritrovarci a guardare nuovi reality scritti da lui. Ti rendi conto?
Allora spiego in breve che tipo di persona sia D.
D. era il peggiore di tutto il corso. Faccia da culo e spocchia da ragazzino idiota. Continue battute su tutti a lezione, faceva casino, ridacchiava sempre di tutti e prendeva in giro 3/4 di corso. Era un coglione con la faccia come il culo. Sbattuto fuori dall'aula innumerevoli volte. Cosa che all'università non capita mai.
Potrei andare avanti a descriverlo ma non ci riesco bene. Un pirla insomma. Tipo il Vanza moltiplicato per mille.
Allora dico al mio guru: ma cosa possiamo fare?
Lui: non lo so
Io: ma com'è possibile che l'abbiano assunto. E' uno stupido. Non sa neanche scrivere due frasi insieme. La tesi l'ha scritta la sua ragazza e agli esami ha fatto andare altra gente. Come cazzo è possibile???
Lui: mi ha detto che la sua faccia da culo ha convinto tutti, perchè lui è un giovane brillante e dinamico.
Brillante e dinamico?? penso.
Potrei aprire qui in questo preciso momento una lunga digressione sull'uso della parola dinamico. Cerchiamo giovane brillante e dinamico per la nostra azienda. Ottime capacità comunicative. Dinamico è la parola che tormenta tutti i precari. La trovi in tutti gli annunci di lavoro. Siamo giovani dinamici, dacci un lavoro anche se siamo stupidi. D. è dinamico per questo ha quel lavoro.
Il mio guru è sconsolato e non finisce neanche la sua insalata.
Io dico: lo sai come andrà a finire questa storia?
Lui: no
Io: finirà che tra dieci anni, schiacciati dalla disoccupazione e dalle fallite prospettive di carriera ci ritroveremo a partecipare ad un reality scritto da lui.
Lui: credo che sia tragicamente vero.

martedì, ottobre 24, 2006

BRUTTISSIME NOTIZIE

Parto per un odioso viaggio aziendale mercoledì e torno sabato.
Orrore.
Dovrò andare in Germania a rispolverare la mia finta conoscenza inglese. Perchè quel livello di conoscenza ottimo che ho scritto sul curriculum lo sapevo che prima o poi mi avrebbe fregato.
Fortuna che non ho scritto anche che conoscevo il tedesco. Mi sono limitato al francese e lo spagnolo. Livello: discreto.
Discretamente orientato a conoscere entrambe le lingue.
Io e 35 siamo stati designati per questa missione. Mi aspettano conferenze, inutili banchetti, strette di mano insignificanti, sorrisi, sguardi, invidie.
Oggi ho chiesto se io e 35 avremo la stessa stanza, è un brutto periodo è bene che l'azienda risparmi. Il capo ha detto: non male come idea Luca, si vede che ci tieni al bene dell'azienda.
Come no.
In compenso spero vivamente che la mia idea di risparmio non venga presa in considerazione. Ormai sono prossimo alla stabilità adulta di coppia, mi mancano giusto un paio di passi.
Propongo che per ottenere un gran risparmio dell'azienda 35 potrebbe restarsene a casa. Ma poi, mi son chiesto, chi cazzo parlerà in inglese se resto io da solo?
Crauti e birra chiara a tutti.
Se non ne esco vivo, sappiate che vi ho amato, anche se forse per fortuna, non vi ho mai visto.
E se proprio dovesse finire male, questi siamo io e 35 tra 20 anni nel nostro viaggio per l'anniversario.

Una nota per Giulia:smetti di ascoltare i Clash, non si possono sentire per più di un giorno. Basta! I cd che ti consegno non devono finire tutti nello scaffale "merda moderna", capito?

domenica, ottobre 22, 2006

COLD WAR



Ho la febbre. Alta. Troppo alta per non prendere medicine.
Troppo alta per non pensare che la mia ipocondria sia solo una perdita di tempo ed energia.
Perchè stai male veramente questa volta.
Pensare che dopo 4 anni è la prima volta che sto male a casa dei miei genitori.
E sentirsi tremendamente soli.
Non fare niente di meglio che chiamare Carlo a Londra.
Piangere tantissimo fino a quando la testa troppo gonfia scoppia.
E non è sentirsi non compresi o sentirsi troppo soli è solo la sensazione di essere stati compresi per una volta e capire finalmente che non potrà succedere più.
E l'ennesima pastiglia che mi tocca prendere o l'ennesimo dottore che guarderà la mia gola non capirà perchè. Perchè ora in mezzo alla gente, alla sua famiglia si sente sola? Noi, persone razionali non lo capiamo, ma lei? E' razionale? Lo capisce?
E non avere parole per rispondere.

Oggi ho sentito questa parola: lacerazione.
E l'ho trovata tremendamente adatta.

venerdì, ottobre 20, 2006

"QUESTO TRENO NON FA FERMATE"

DEDICATO A...TU LO SAI

"Per me l'arte moderna non è altro che l'espressione degli ideali dell'epoca in cui viviamo […] Penso che nuove esigenze richiedano nuove tecniche. E gli artisti moderni hanno trovato nuovi modi e nuovi mezzi per affermare le loro idee. Mi sembra che un pittore moderno non possa esprimere la nostra epoca, l'aviazione, l'atomica, la radio, nelle forme del Rinascimento o di un'altra cultura passata. Ogni epoca ha la propria tecnica […]abbiamo mezzi meccanici per rappresentare gli oggetti della natura: il film, la foto. L'artista moderno, mi pare, lavora per esprimere un mondo interiore; in altri termini: esprime l'energia, il movimento e altre forze interiori.

Penso che non si debba cercare qualcosa nell'arte moderna, ma guardare passivamente - cercare di ricevere quello che il quadro ha da offrire e non avere un soggetto o una aspettativa preconcetta.

Non utilizzo il caso, perché nego il caso."
-Jackson Pollock, 1951-

Perchè spiegartelo con le mie parole lo renderebbe riduttivo.

Digression on "Number I", 1948

I am ill today but I am not
too ill. I am not ill at all.
It is a perfect day, warm
for winter, cold for fall.

A fine day for seeing. I see
ceramics, during lunch hour, by
Mirò and I see the sea by Léger;
light, complicated Metzingers
and a rude awakening by Braumer,
a little table by Picasso, pink.

I am tired today but I am not
too tired. I am not tired at all.
There is the Pollock, white, harm
will not fall, his perfect hand

and the many short voyages. They'll
never fence the silver range.
Stars are out and there is the sea
enough beneath the glistening earth
to bear me toward the future
which is not so dark. I see.

-FranK O'Hara-

BRUTTE NOTIZIE

Mi hanno rubato la Pollock bike.
Giulia, come facciamo?
Come faccio adesso?
Ti rendi conto, il motivo per cui ho accettato di vivere con te è in mano a dei ladruncoli. Spero che almeno apprezzino l'opera d'arte con cui sono andato in giro negli ultimi quattro anni.
Sto male. Malissimo.

giovedì, ottobre 19, 2006

DA QUANTO TEMPO NON CI VEDIAMO

Esco con una mia vecchia compagna di liceo. Non la vedo da un paio di anni. Lei ha saputo che sono tornata a casa e mi ha chiamato per uscire. L'ho trovata una cosa molto carina e ho accettato subito.
La cosa forse un pò assurda è che dopo trenta minuti in questa pizzeria ognuna delle due aveva già largamente parlato della proprio vita. Cose superficiali che si dicono a persone che non si vedono da due anni.
Studio questo, esco con questo, vedo questo, parlami un pò di quell'altro.
Finito di mangiare ci guardiamo e sono solo le 21.30, troppo presto per dire: va bene, alla prossima. Troppo tardi per tornare indietro.
Io so che il Vanza è a casa sua con il mio ragazzo e altra gente. Lo so, perchè lo spagnolo mi ha chiamato un paio di ore prima per informarmi della cosa.
Allora dico a N. : "ti ricordi del Vanza?"
Lei dice: "si si me lo ricordo, come sta?"
Io: "eh bene, se vuoi andiamo a trovarlo"
Lei, aggrappata alla flebile speranza che il biondiccio ci possa salvare dice: "va bene"
Appena arriviamo davanti a casa di Luca mi rendo conto che forse forse ho sbagliato. Il Vanza è ingestibile certe volte.
E infatti, mi apre la porta tale Gianni già ubriaco perso. Bene, penso.
La situazione è questa. Il Vanza e il mio ragazzo sono sul divano in stato pessimo a guardare un film sui rolling stones in inglese.
Non capiscono niente e infarciscono tutto il film di improbabili doppiaggi e traduzioni.
N. è una ragazza per bene, tutta carina e precisa.
Io penso: adesso scappa e non la rivedo più per altri due anni.
Invece no.
Quanto ci sbagliamo a volte sulle persone.
Perchè N. si attacca subito agli assurdi beveraggi preparati dal mio simpatico ragazzo. Che ha tanti talenti poverino ma quello di preparare da bere proprio no.
Alla fine, senza star qui a discutere tanto di quello che è successo. Vi basti sapere che il più contento della serata era Gianni che ha accompagnato a casa N.
Il Vanza poi quando è ubriaco è sempre colpito da strane sindromi di abbandono. Ormai alle 2 ci supplica di restare. Vi prego non lasciatemi da solo, ripete per tutte le scale del suo palazzo, mentre inciampa un paio di volte e rotola rovinosamente un altro paio.
Vederlo così mi dispiaceva. Ubriaco, in pantaloncini, accovacciato sul pianerottolo che urla perchè è appena caduto.
Uno spettacolo che Anna Magnani nella famosa scena di Roma città aperta non sa neanche cosa voglia dire la disperazione.
Lo raccogliamo e lo riportiamo dentro. E appena si è addormentato siamo andati via.
Ora Vanzetti come stai?

mercoledì, ottobre 18, 2006

VANZA CHIAMA LA MERIA RISPONDE

Ho deciso che non rispetto le regole del nuovo blog.
Il gioco era che avrei dovuto scrivere un pezzo di libro e qualcuno doveva indovinare chi lo aveva scritto. In premio, una mia foto nuda.
Ora.
Tutto questo era fatto per contenere il mio esuberante ego dal mio controllore ufficiale. La Giulia. Poi la motivazione secondaria era che non avevo più libri interessanti da citare. Datemi il tempo di farmi un pò di cultura.
Ma la cara Meria mi invia questa suprema citazione. Ringraziamola e abbracciamola tutti, perchè qui dentro siamo tutti espansivi.

Ma allora danzavano lungo le strade leggeri come piume, e io arrancavo loro appresso come ho fatto tutta la mia vita con la gente che m'interessa, perché per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni traverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno "Ooohhh!"
-J. Kerouac, Sulla strada-

Nota a margine: appropriatissima.

martedì, ottobre 17, 2006

CANCELLATE IL MIO NUMERO

Sms delle ore 23.30.
Luca, sei proprio uno stronzo!Non ti sei neanche ricordato del mio compleanno!Vaffanculo!
Mnh.
Mi soffermo quei tre minuti importanti del mio dormiveglia nel constatare che chiunque abbia scritto questo messaggio ha un problema con l'eccesso di punteggiatura. Penso: tre punti esclamativi? Dio mio, niente è così importante da meritare tre punti esclamativi in una sola frase, per giunta anche una virgola dopo il nome che rafforza l'evocazione del soggetto chiamato.
Bene. Studio sempre lettere in fondo e me ne ricordo solo in questi tristi momenti. Quando vengo mandato a fanculo dalle mie ex.
Eh sì tale la chiameremo F.
Mi chiedo: perchè avrei dovuto farle gli auguri? Io non mi ricordo il compleanno di nessuno. Perchè dovrei ricordarmi il suo?
Poi mi sembra che stronzo e vaffanculo nella stessa frase non stiano bene. Che donna scurrile.
Allora le mando un messaggio: pensavo fossi nata verso le 23.30, volevo farti gli auguri nel momento esatto. Hai rovinato tutto come sempre!!!
Mentre premo invio sul telefono mi chiedo cosa mi ha spinto ad accenderlo. Non lo accendo mai. Una volta ogni due giorni, forse tre. Dannata tecnologia.
Mentre premo invio penso: minchia che schifo che sei Luca. Non ci crederà mai e ti beccherai un triplo fanculo con quaranta punti esclamativi.
Premo e invio.
Lei risponde subito.
Sei una merda.
Io.
E tu sei stata due anni con una merda. Cosa vuoi?
Lei.
Non risponde.
Questa mattina mi chiama e mi dice: pensavi veramente che ci credevo alla storia degli auguri nel momento esatto?
Io: speravo di no più che altro.
Lei: come sei diventato stronzo Luca in questo anno.
Io: l'hai già detto nel messaggio
Lei: te lo ridico allora
Io: e quindi? Sono una merda, uno stronzo e vaffanculo a me perchè non mi sono ricordato il compleanno.
Lei: bravo
Io: va bene adesso posso ritornare ad avere la mia vita normale per il prossimo anno? Fino al tuo prossimo compleanno e alla mia prossima vagonata di insulti?
Lei: fai come vuoi.
Io: bene!
Lei: bene!

Esattamente che cazzo voleva la chiameremo F. da me? Visto che poi per dirla tutta non la vedo da un anno e mezzo?E non dite solo gli auguri di compleanno perchè l'anno scorso non me li sono ricordati come ieri.
Donne, illuminatemi.

lunedì, ottobre 16, 2006

DESIDERATE ALTRO?

Sabato sera sono andata a cena con il mio ragazzo.
Detesto i ristoranti.
La gente che viene pagata per essere gentile con te, per cucinare per te, per tenerti compagnia con battute stupide mentre lui è in bagno, le domande di rito, i saluti all'uscita.
Mi innervosisco. Da sempre.
Il cameriere che chiede con voce gentile e finto sorriso: state bene? tutto a posto?
E invece ha solo voglia che tu mangi il più in fretta possibile, ti levi dalle palle e paghi con la mancia.
Poi va in bagno a sparlare dei clienti con i suoi colleghi mentre fumano dove non si potrebbe e tu sei piegata sulla turca cercando di fare pipì con questi fuori a emmettere parole e fumo dalla loro bocca dove non potrebbero farlo.
Finisce che ti ritrovi intrappolata in questo bagno cercando di non fare il minimo rumore per non farti sentire e trovare le stronzate che sparano sui clienti una delle cose più divertenti e allo stesso tempo ridicole e insignificanti per la tua vita.
Intanto il mio ragazzo si chiede dove diavolo sono finita. Sospetta qualche rapimento, già lo so. Sospetta che me ne sia andata per avermi portato in un ristorante con i camerieri con la divisa, cosciente e consapevole della mia avversione per questi posti.
Dopo l'ennesima battuta sulla signora del tavolo 5 che in realtà è un uomo, perchè si vede da come cammina, sto per uscire dal bagno.
Non voglio che loro mi vedano e capiscano che li ho ascoltati tutto il tempo. Non voglio passare per il rituale: su di te non abbiamo detto niente. Da quanto tempo eri lì? Non dire niente a nessuno. Non voglio essere minacciata o derisa da questi quattro mentecatti.
Però devo uscire. Non ho neanche fatto la pipì.
Arriva il padrone, vero dio del luogo e quindi salvatore di tutte le fanciulle chiuse nei bagni e li richiama al lavoro. Un paio di battute anche lui, di chiaro dubbio gusto, sulla signora del tavolo 5.
Esco. Finalmente.
Raggiungo il mio ragazzo che armeggia rumorosamente con le posate. Si è innervosito.
Mi dice: ma dove sei stata? Pensavo quasi che te ne eri andata con uno dei camerieri.
Io: e stavi qui senza fare niente?
Lui: eh dove dovevo andare, cameriere non ce ne sono.
Io: c'è sempre la signora del tavolo 5.

sabato, ottobre 14, 2006

AL SUPERMERCATO GIRA A SINISTRA

Suono il campanello di Giulia.
Vantaggi di abitare finalmente vicino, niente macchina, niente maledetta statale 36.
Qualcuno mi apre il cancello senza chiedermi o dirmi niente.
Salgo, risuono alla porta di casa e il padre di Giulia mi apre.
Dico: non c'è?
Lui: no è uscita con quello
Io: ah
A parte che trovo esilarante il fatto che lui chiami il caro spagnolo con la parola "quello".
Devo ridare dei libri a Giulia e il padre mi dice: eh non so lasciali in stanza.
I genitori di Giulia stanno giocando a carte con altra gente, in soggiorno.
Entro nella stanza di Giulia e vedo solo scatoloni, roba ammassata, libri ovunque.
Dio mio. Penso.
Poi le vedo, in un cm libero della scrivania. Le chiavi della vecchia casa. Lì, ferme, immobili, che mi chiamano e mi dicono: prendici, prendici.
Le prendo.
Saluto genitori, amici e me ne vado, non prima di aver bevuto quei tre/quattro amari che mi scolo in velocità.
Chiamo Giulia. Non risponde.
Chiamo quello. Non risponde.
Chiamo l'architetto. Non risponde.
Chiamo la mia ragazza. Risponde.
Dopo 40 minuti siamo davanti alla vecchia casa dei coinquilini, un tempo felici, ad osservare le finestre chiuse e a chiederci: entriamo o non entriamo?
Entriamo.
Ora, mentre scrivo, mentre è mattina e sono seduto su questa sedia mi fermo 5 secondi sulla faccia che stai facendo mentre leggi. Sulla domanda: stai scherzando vero?
Sulla mia risposta: no.
Mi fermo, mi fossilizzo in testa la tua faccia piena di stupore e di disappunto e mi porto a casa gli insulti che mi riserverai.
E' furto.
E' violazione di domicilio.
E' violare lo spazio che un tempo è stato di altri.
E' solo andare in un appartamento semivuoto e buio.
E' solo un posto dove nonostante tutto sono cresciuto anche io.
E' solo una scopata su un pavimento.
E' solo una vecchia casa a Milano.

giovedì, ottobre 12, 2006

INIZIAMO BENE

Che dire su questi primi giorni a casa dei miei genitori.
Quando lo dicevo alle persone: sai dopo 4 anni che vivo con altre persone (perchè vivere da sola non me la sono mai sentita di dirlo non essendo mai stato vero), ora tornerò a vivere con i miei genitori.
Mi sono sentita rispondere una serie di: non ce la farai mai, non resisterai, sarà pesante, lo rimpiangerai, non vedrai l'ora di andartene, di trovarti una nuova casa.
Può essere che è perchè sono i primi giorni ma io non provo niente del genere, anche perchè chi li ha più visti i miei genitori da domenica mattina?
Loro fanno vita a parte.
Non si curano tanto se ci sono o meno e pensavo che la cosa in questi anni fosse cambiata. Invece è lo stesso.
Ieri sera alle 20.30 ho detto a mio padre: mangiamo insieme?
e lui ha detto: veramente?
e io: eh si veramente perchè non mangiamo insieme?
e lui: noi si, ma te non so, non lo sappiamo mica come sei abituata.
Volevo piangere.
Guardavo mio padre a cena e pensavo: quando io e loro siamo diventati io e loro? Smettendo di essere noi?
Si capisce?
Che ieri era mercoledì e io sono tornata a casa sabato e loro sono andati in montagna e sono tornati ieri pomeriggio, quindi alla fine ieri sera era la prima sera che si passava insieme e me la aspettavo diversa.
Loro parlavano, io completamente estraniata dai loro discorsi.
Mio padre è un uomo combattuto tra la sua anima libera e la sua anima conservatrice. Quella che ci tiene a vivere in un paesino in Brianza, dove è nata mia madre, dove vivono tutti i miei parenti. Che ci tiene a leggere il giornale alla sera e ad avere i suoi micro rituali. La sua anima libera invece ci ha dato un certo tipo di educazione, individualista e comunitaria allo stesso tempo. Fai quello che vuoi rispettando gli altri in sostanza.
Una cosa che solo a scriverla mi risulta difficile.
Allora alla fine della cena, mentre pensavo che sarei stata sommersa di domande e prescrizioni e invece non è successo nulla di tutto questo, sono andata nella mia stanza.
Ho preso il telefono e ho chiamato l'architetto.
Io: pronto, Paolo?
Lui: Giulia
Io: come stai?
lui: insomma, tu?
io: insomma
lui: ti sei messa la crema per la dermatite stamattina?
io: si, adesso che abito da sola devo essere un pò più adulta
lui: anche io.
E poi ho pianto un pò.

martedì, ottobre 10, 2006

BENRITROVATI

E' nato il nuovo blog.
Gli vogliamo già bene. Come si vuole bene ad un figlio anche se c'è da chiedersi che se ti nasce un figlio rompicoglioni e antipatico se gli si vuole bene lo stesso.
Come già spiegato nel precendete blog, questo è un pò diverso.
Nuove rubriche e nuovi giochi a premio.
C'è sempre il Vanza, con la rubrica "chi l'ha detto". Se indovinate vincete un premio.
Poi "non sono solo un soprammobile" del caro Manuelito.
E poi da contorno ci sono io che scrivo in mezzo a sto casino e l'architetto che scrive anche lui e Carlo che non vuole scrivere ma dice che legge.

Il vecchio blog è morto dopo una prestigiosa e onorevole carriera e come quando muore un parente lontano si prova dispiacere ma viene superato subito. Il parente lontano poi, come in ogni finzion che si rispetti, lascia una grossa eredità. Sempre malgestita dagli eredi.
Per nascere nuovo ha bisogno di morire vecchio e per vivere ha bisogno di ricordare.
Ecco i momenti più significativi che ci ha lasciato in eredità il caro vecchio 5coinquilini.
Se avete già letto o non vi interessa passate oltre che tanto si sa che gli eredi sperperano sempre l'eredità del vecchio zio. Ingrati.

IL FUCSIA VA CON TUTTO
IL RITORNO DELLO IETI
CONTRO CHI PROTESTI?
CRONACA DI UNA MORTE ROSSA COI SEMI
IL CARLO PENSIERO 1
IL CARLO PENSIERO 9
DO YOU REMEMBER?
IL NUOVO CARLO PENSIERO 3
IL POSTO DELLE FRAGOLE
I PUNTI FERMI DELLA VITA DI CARLO
IL NUOVO CARLO PENSIERO 5
UNA POMATA PER LA VITA
CIAO
IL NUOVO CARLO PENSIERO 9
LE VERDURE FANNO MALE ALL'UMORE
NIENTE CITAZIONE CHE MI SONO ROTTO IL CAZZO
VANZA STAMATTINA SI ANNOIA
DA PICCOLO VOGLIO FARE LA ROCK STAR
A ME IL GRUNGE MI HA SEMPRE UN Pò ANESTETIZZATO IL CERVELLO (cit.)

E direi anche basta.
Ce ne sono moltissimi altri di grandi momenti da ricordare ma non posso metterli tutti. Se li volete rileggere o leggere il posto è sempre lo stesso.
Non ho messo le citazioni del Vanza perchè lui ha detto che non sapeva scegliere quale voleva.
Ebbene miei cari, adesso siamo veramente pronti per il nuovo blog.